Ă questo il quadro che emerge dalla ricerca âFiducia, relazioni e comunicazione: la societĂ italiana nellâera del Covid-19â condotta da BNP Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia, in collaborazione con lâistituto di ricerca Eumetra MR.
Le parole dâordine della ânuova normalitĂ â italiana? Famiglia, salute, tecnologia. Il mondo è cambiato e cosĂŹ anche i nostri valori, il livello di fiducia e il nostro modo di relazionarci e comunicare. Ci fidiamo piĂš della famiglia che di noi stessi, abbiamo riscoperto lâimportanza della salute e della prevenzione e abbiamo una grande voglia di socialitĂ , ma senza rinunciare agli aspetti positivi della tecnologia. Ă questo il quadro che emerge dalla ricerca âFiducia, relazioni e comunicazione: la societĂ italiana nellâera del Covid-19â condotta da BNP Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia, in collaborazione con lâistituto di ricerca Eumetra MR.
Una fotografia che mette a fuoco un indice di fiducia medio che tocca il 65%, con alcune stelle polari che continuano a guidarci piĂš di prima – famiglia, amici e il lavoro, una vera e propria seconda casa nonostante la diffusione dello smartworking dove câè molta fiducia nei colleghi, nel capo diretto e nel capo azienda. Câè grande riconoscenza verso il sistema sanitario, pubblico e privato, e non a caso la salute è il primo valore degli italiani, che credono anche nellâonestĂ e nel rispetto dellâambiente. PiĂš della metĂ degli italiani si fida delle assicurazioni, di cui apprezzano i servizi digitali offerti e la chiarezza del linguaggio utilizzato nonostante le difficoltĂ del periodo. Nel rapporto con i brand, anche nel comparto bancassurance, sono piĂš che mai fondamentali serietĂ , trasparenza e attenzione al cliente. Nella sfera delle relazioni la quasi totalitĂ degli italiani ritiene essenziale poter incontrare gli altri âdal vivoâ anche se lâutilizzo di strumenti di comunicazione tecnologici, come le videochiamate, continuerĂ anche in futuro.
Gli italiani hanno molta fiducia in loro stessi: otto italiani su dieci (86%) ne hanno molta o abbastanza. La resilienza agli eventi degli ultimi 12 mesi è evidente: per il 52% la self confidence è rimasta uguale, per il 33% è addirittura aumentata. à stato certamente un anno polarizzante: le persone già molto in confidenza hanno incrementato la loro autostima, mentre chi era già poco sicuro di sÊ riporta un indebolimento.
Nella fiducia negli altri emerge tutto il familismo degli italiani. La fiducia nei famigliari (95% molto o abbastanza) è superiore anche rispetto a quella in se stessi, con il 71% che si fida molto. Al secondo posto gli amici (86%), anche se solo il 45% sostiene di fidarsi molto o moltissimo. La crisi Covid, tra paura di contagio e di comportamenti individuali poco responsabili, sembra però aver peggiorato la fiducia verso il prossimo, sia tra i conoscenti, le persone del proprio ambiente sociale, sia nella propria comunità o città (si fida molto o moltissimo il 16%), una percentuale molto vicina a quella degli sconosciuti (indice di fiducia forte 8%).
Sembra retorico, ma il luogo di lavoro rappresenta per gli italiani una seconda famiglia. La fiducia nellâazienda in cui lavorano è altissima (84%), appena sotto quella negli amici. La fiducia si distribuisce in modo abbastanza regolare fra le diverse figure in azienda: i colleghi (77%), il proprio capo (75%), lo stesso capoazienda (72%), ottengono indici abbastanza omogenei. Ad incrementare la fiducia nellâazienda sono in primo luogo la sua capacitĂ di prestare attenzione ai dipendenti (58%) e la sua serietĂ e trasparenza (55%), seguiti dalla soliditĂ , (43%), molto apprezzata di questi tempi, e dalla sua attenzione alla sostenibilitĂ , sia sociale sia ambientale (31%). SerietĂ (43%), un buon rapporto qualitĂ -prezzo (42%), vicinanza al cliente (40%) e sostenibilitĂ (35%) sono inoltre gli elementi fondamentali per costruire la fiducia nei brand. Caratteristiche che possono essere proprie di grandi e di medie e piccole aziende, a conferma che, negli ultimi anni, anche realtĂ piĂš nuove ma interessanti e credibili possono aspirare a livelli di fiducia tipici di marchi storici giĂ affermati.
Le fonti di informazione che hanno ottenuto maggior fiducia durante la pandemia sono i telegiornali (51%), ritenuti i piĂš credibili, seguiti da quotidiani e riviste online (27%) e i social (19%) che superano la stampa cartacea (17%). Ci sono poi altre figure che sono entrate a far ÂŤparteÂť delle famiglie degli italiani, raggiungendo un buon livello di fiducia, come lâesperto (57%) o il professore di un illustre ateneo (39%). VeridicitĂ (56%), serietĂ (50%) e indipendenza (41%) sono i focus che determinano lâaffidabilitĂ dei media.
Per quanto riguarda la fiducia nelle istituzioni invece, le piĂš credibili risultano quelle no profit (70%), scientifiche o sovranazionali (66%). Tutte le altre hanno indici piuttosto bassi, con una preferenza per le figure elettive locali, come i sindaci (59%) e i Presidenti di Regione (50%). Lo stato italiano (49%) e il Governo (36%) si posizionano invece piĂš giĂš. Con lâemergenza, la stima degli italiani in tutte le figure politico-istituzionali sembra essere generalmente in calo. Discorso inverso per la fiducia nel sistema sanitario, con la sanitĂ pubblica che tocca quota 81% (in aumento nellâultimo anno per il 38% degli italiani) e quella privata il 78% (in aumento per il 23%). Oltre al medico di famiglia, esiste un significativo sentimento sociale di riconoscenza e fiducia nei medici ospedalieri, negli infermieri e nel personale sanitario ma anche nei farmacisti e nella medicina digitale.
Passiamo al mondo finance. Nel complesso emerge un quadro positivo che posiziona la fiducia verso assicurazioni, banche e credito al consumo attorno a metĂ classifica. Nel dettaglio, il 53% ha un livello elevato la fiducia nelle assicurazioni, di cui apprezzano soprattutto serietĂ e trasparenza (45%), attenzione ai clienti (40%) e il rapporto qualitĂ -prezzo (37%). La fiducia nelle banche si attesta al 48%, mentre quella nelle societĂ di credito al consumo al 40%.
I valori degli italiani
Circa il quadro valoriale, lo scoppio della pandemia ha posto lâaccento sul valore fondamentale della salute, al primo posto (54%), seguito dallâonestĂ (51%), dalla famiglia (42%), dal rispetto della natura e dallâequilibrio interiore (entrambi al 41%). Interessante vedere come i giovani (18-24 anni) mostrino una struttura valoriale che punta sul rapporto con gli altri â credere nellâamore e nei sentimenti (30%) e star bene con gli altri (27%) â oltre che al miglioramento della propria cultura e conoscenza (31%) e allâessere ambiziosi (23%). Dâaltro canto, invece, le fasce piĂš adulte (oltre i 55 anni) risultano i migliori difensori dei ÂŤgrandi valoriÂť come la salute (58%), lâonestĂ (58%) e la tolleranza (42%).
Le relazioni e la comunicazione
La sfera delle relazioni, che con la pandemia ha subito forti limitazioni, ci ha fatto riscoprire lâimportanza dei rapporti con il prossimo, a volte dati per scontati. Quasi tutti gli italiani (93%) ritengono, infatti, essenziale poter incontrare gli altri e mantenere relazioni âdal vivoâ. A conferma di questa tendenza, il 29% afferma che la propria voglia di socialitĂ sia aumentata nellâultimo anno. Câè però anche chi ha visto diminuire il desiderio di contatto con gli altri (17%), chiudendosi forse ancora di piĂš a âriccioâ. In generale, per circa un intervistato su dieci (27%) la relazione con la propria famiglia è migliorata, mentre per alcuni sono peggiorate non solo quelle con i conoscenti (21%), ma anche quelle con gli amici (19%) e i colleghi (15%). Tendenzialmente sono tutte superiori al 60% le percentuali di chi crede che, in realtĂ , il rapporto con parenti, amici, colleghi e conoscenti non abbia subito trasformazioni.
In questo ÂŤnew normalÂť, è la tecnologia che ci aiuta con i suoi mezzi a mantenere i contatti. Tra gli strumenti di comunicazione piĂš diffusi spiccano soprattutto le videochiamate: il 43% degli italiani dichiara di usarle molto piĂš di prima, con il 41% che esprime il desiderio di continuare a farlo. Rispetto allâera pre-Covid è cresciuto anche il numero di persone che hanno utilizzato di piĂš messaggi (37%; con il 62% che intende continuare), telefonate (27%; 55%), email (24%; 36%) e social media (21%; 35%).
Anche le aziende (sia pubbliche che private) hanno dovuto adattarsi alle novitĂ , cambiando il loro approccio nel contatto con il pubblico. Nel complesso le nuove modalitĂ di comunicazione dividono in parti uguale le quote di chi segnala un peggioramento (23%) e di chi apprezza i miglioramenti (20%).
Nel comparto bancassurance, telefonate (29%) e email (26%) sono diventate essenziali, anche se il 24% ha comunque preferito gli incontri di persona in ufficio/sportello. Quando si parla di assicurazioni e banche, emerge proprio una certa voglia di relazionalitĂ da parte degli italiani, con il 40% che per il futuro vorrebbe piĂš incontri dal vivo. Ad aver soddisfatto i clienti in questi mesi di cambiamenti nel modo di usufruire dei servizi finanziari sono stati soprattutto la chiarezza nel linguaggio utilizzato (91%), i servizi digitali messi a disposizione e lâassistenza ricevuta (entrambi allâ89%) e la velocitĂ di risposta (84%). Tra tutte le misure messe in campo dal settore in questo periodo storico, il supporto e la solidarietĂ ai clienti attraverso bonus, sconti, sospensioni e rinvii dei pagamenti è stata quella che ha raccolto i consensi maggiori (34%).
Lâaccelerazione sullâuso della tecnologia, con lâintroduzione su larga scala dello smartworking, ha trasformato anche la sfera lavorativa, dividendo la popolazione in parti quasi identiche: il 37% preferisce lavorare in ufficio, il 29% da casa e il 34% vorrebbe un mix tra le due modalitĂ . Non va dimenticato, però, che circa metĂ del paese non può che lavorare in presenza, o perchĂŠ il suo lavoro non prevede altra modalitĂ (38%) o semplicemente perchĂŠ non lo ha praticato neppure in questi mesi (14%). Inoltre, è molto positivo il giudizio dei dipendenti sul comportamento delle aziende in tema Covid, specialmente per quanto riguarda trasparenza (83%), qualitĂ (82%), quantitĂ (82%) e tempestivitĂ (81%) nelle comunicazioni.
Per il 45% della popolazione è aumentata negli ultimi 12 mesi lâattenzione nei confronti dei media, anche se un italiano su due (48%) dichiara di informarsi come prima. Anche in questo caso, vengono valutate positivamente sia la quantitĂ che la tempestivitĂ delle informazioni (entrambe allâ85%), ma meno la qualitĂ (70%) e la trasparenza (63%).