L’azienda sostiene che e previsioni di fatturato dello stabilimento di Campi Bisenzio per il 2025 si attestano a circa 71 milioni di euro, importo inferiore di circa il 48% rispetto ai livelli di fatturato del 2019, prima della pandemia. Per la FIOM, quella della GKN è una scelta che “non ha niente a che vedere con la crisi del settore dell’auto”
Nel 2025 il fatturato dello stabilimento di Campi B. ammonterà a circa 71 milioni di euro, importo inferiore di circa il 48% rispetto ai livelli di fatturato del 2019. Lo scrive la Gkn nella lettera con cui ieri ha annunciato il licenziamento di 422 lavoratori e la chiusura della fabbrica di Campi Bisenzio (Firenze). A causa della contrazione dei volumi del comparto automobilistico, spiega l’azienda, “la prospettiva è quella di una non sostenibilità dello stabilimento di Campi Bisenzio” da cui si è giunti alla “indifferibile e irreversibile decisione di chiudere lo stabilimento e cessare ogni attività presso di esso”. La società , continua la lettera, “non è nelle condizioni di ricorrere all’utilizzo di ammortizzatori sociali”. Nello stabilimento lavorano 422 persone a tempo indeterminato: quattro dirigenti, 16 quadri, 67 impiegati e 335 operai.
“Ci aspettiamo di essere convocati in tempi brevissimi dal Mise. Ci sono tutte le condizioni affinché l’azienda torni indietro su questa scelta scellerata che non ha niente a che vedere con la crisi del settore dell’auto. E’ l’unica azienda della componentistica auto che chiude ed è fornitore primario di Fiat. L’unica spiegazione è che voglia chiudere uno stabilimento per farne in Italia uno solo, quello di Brunico (Bolzano) e rifornire Fiat da altri stabilimenti come quello dell’Est Europa”. Questa invece la posizione di Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze e Prato, che ieri ha annunciato il licenziamento di 422 dipendenti della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), comunicato ai sindacati tramite una e-mail. “Lunedì faremo una riunione con i lavoratori per decidere come procedere – spiega Calosi – intanto chiediamo il ritiro della procedura di licenziamento e l’attivazione immediata del tavolo presso il ministero dello Sviluppo economico perché questa è una vicenda nazionale”. Per Calosi poi è anche “necessario capire se l’azienda ha beneficiato di finanziamenti pubblici e in che forma ne hanno beneficiato”.
Stato di agitazione, a livello toscano, per tutto il comparto pubblico in solidarietà con i 422 lavoratori licenziati dalla Gkn di Campi Bisenzio (Firenze). Lo annuncia la Funzione pubblica Cgil Toscana. Bruno Pacini, segretario regionale della Fp Cgil sottolinea, in una nota, che “non sono secondarie le modalità con cui si è comunicata alla rsu la procedura di licenziamento collettivo: 422 lavoratori che vengono denominati ‘l’esubero’ con una ferocia imprenditoriale priva di scrupolo e responsabilità sociale. La ricaduta di questa scelta sconsiderata – aggiunge Pacini – coinvolge in primo luogo i lavoratori Gkn, ma non vanno dimenticati quelli dei vari servizi in appalto, necessari al funzionamento di un sito industriale così complesso e importante”. La Funzione pubblica Cgil Toscana deciderà nei prossimi giorni le iniziative di supporto alla vertenza e chiederà alle sue rsu nei vari enti e aziende pubbliche e private di indire assemblee o decidere iniziative di sostegno e solidarietà alla vertenza. Il licenziamento e la chiusura dello stabilimento di Gkn, secondo Dalida Angelini, segretaria generale della Cgil Toscana e Massimo Braccini segretario generale Fiom Cgil Toscana “è un affronto al mondo del lavoro, a Firenze, alla Toscana e all’Italia tutta. Non lasceremo soli questi lavoratori a cui va tutta la nostra partecipe solidarietà , risponderemo come sappiamo fare, con la mobilitazione. La Cgil e la Fiom – aggiungono – proporranno a Cisl e Uil e alle loro categorie una risposta a livello regionale, perché il problema va ben oltre Firenze, i 422 della Gkn e gli altri dell’indotto. Ne discuteremo con i lavoratori della Gkn in assemblea permanente che incontreremo lunedì”.