Firenze, inaugurato all’ospedale di Careggi, il banner dedicato a “Non una di meno”, nato dalla collaborazione della Unit Percorso codice rosa AOUC con gli artisti Myriam Cappelletti e Pietro Schillaci.
L’opera mira a comunicare l’attività di accoglienza delle vittime di maltrattamento sin dall’accesso al Pronto Soccorso di Careggi accompagnandole nel difficile percorso di denuncia e riappropriazione della propria dignità al di fuori delle dinamiche di violenza.
In podcast l’intervista al Questore di Firenze Filippo Santarelli e alla Dottoressa Paola D’Onofrio, direttore del Percorso Codice Rosa Unit di Careggi, a cura di Gimmy Tranquillo.
Il banner è esposto in modo permanente presso il NIC 1, (Nuovo Ingresso Careggi) come testimonianza del continuo e costante impegno di AOU Careggi nella lotta contro la violenza di genere.
AOU Careggi da quest’anno, oltre ai servizi che ormai da anni eroga alle vittime di maltrattamento, all’interno della rete regionale Codice Rosa, ha attivato un ambulatorio di consulenza gratuita medico-legale fornendo loro un supporto in ambito sia civile che penale; in collaborazione con le strutture territoriali, i Centri Anti Violenza, le Forze dell’Ordine e l’autorità giudiziaria.
A presenziare l’inaugurazione, oltre che al direttore generale dell’azienda ospedaliero
universitaria di Careggi, Rocco Damone, alla Dottoressa Paola D’Onofrio, direttore del Percorso Codice Rosa Unit, ed a un nutrito gruppo di personale medico di Careggi e della polizia di Stato, c’era anche il Questore di Firenze Filippo Santarelli.
“Il silenzio aiuta gli aguzzini: bisogna denunciare – ha sottolineato il Questore Filippo Santarelli – Oggi abbiamo gli strumenti per fronteggiare questa battaglia di civiltà, grazie alla professionalità acquisita negli anni dagli specialisti della Polizia di Stato, capaci di ascoltare e gestire con competenza e grande umanità situazioni di questo tipo. Rete è la parola d’ordine, Rete con la magistratura, Forze di Polizia ed operatori sanitari dell’ASL e di tutte le associazioni dedicate all’assistenza delle donne maltrattate. A questo possiamo aggiungere anche un aspetto innovativo di prevenzione del fenomeno rivolto non solo alla vittima, ma anche a colui che commette il reato: infatti, anche durante le cosiddette fasi di ammonimento, il maltrattante può essere indirizzato verso un adeguato percorso di recupero psicologico che lo aiuti ad analizzare e comprendere le cause delle sue azioni”.