Lun 23 Dic 2024
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‘Roe v. Wade’ è stata abolita dalla Corte Suprema USA, cosa succederà ora?

‘Roe v.Wade’ era stata una decisione storica della Corte Suprema degli Stati Uniti, del 22 gennaio 1973, in cui la Corte aveva stabilito che la Costituzione degli Stati Uniti protegge generalmente la libertà di una donna incinta di scegliere di abortire.

Il parere della Corte Suprema di venerdì 24 giugno 2022, che ribalta ‘Roe v. Wade’, avrà quindi un impatto importante negli stati del paese che hanno già segnalato la loro intenzione di limitare o vietare l’aborto.

Secondo il Guttmacher Institute, un gruppo di ricerca che sostiene i diritti all’aborto, il 58% delle donne statunitensi in età riproduttiva, circa 40 milioni di donne, vive attualmente in stati “ostili” all’aborto.

Bisogna sottolineare che l’opinione della Corte che ribalta ‘Roe v. Wade’ non vieta l’aborto a livello nazionale, ma consente invece ai singoli stati di limitare drasticamente o addirittura vietare l’aborto, il che, secondo i sostenitori dei diritti delle donne, potrebbe avere tragiche conseguenze per gli USA.

Ecco una breve analisi di cosa significa in pratica un futuro senza Roe v. Wade negli USA.

Prima della decisione della Corte, più di 20 Stati dellUnione avevano già leggi intese a limitare o vietare l’aborto, subito dopo che la sentenza della Corte Suprema, avesse deciso di rovesciare Roe.

Si tratta di un tipo di legislazione, chiamata “legge trigger”, che è progettata proprio per entrare in vigore dopo una sentenza della Corte Suprema, ed infatti divieti di abortire sono entrati in vigore automaticamente subito dopo la sentenzain in Kentucky, Louisiana e South Dakota, mentre i divieti in Idaho, Tennessee e Texas entreranno in vigore, anch’essi in modo automatico, tra 30 giorni.

Altri sette Stati hanno leggi trigger che richiedono però un passaggio aggiuntivo da parte di un funzionario statale. Inoltre, alcuni stati hanno ancora divieti di aborto pre-Roe in leggi  che non erano mai state applicate.

Quello che succederà in pratica, e che gli Stati che continueranno a consentire l’aborto vedranno probabilmente un afflusso di pazienti in cerca di assistenza. Ad esempio, dopo che il Texas aveva emanato il suo divieto di abortire dopo le sei settimane l’anno scorso, alcuni residenti hanno iniziato ad abortire fuori dallo stato. Negli ultimi quattro mesi dello scorso anno, le cliniche Planned Parenthood negli stati vicino al Texas, hanno riportato un aumento di quasi l’800% di pazienti che sono arrivati dal Texas, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Ma chi sosterrà più pesantemente il peso di ulteriori restrizioni sull’aborto, sono le donne delle minoranze etniche, secondo l’Associated Press infatti, le donne nere e ispaniche, negli stati governati dai conservatori, abortiscono a tassi più elevati rispetto alle loro coetanee. Le donne afroamericane potrebbero avere difficoltà a viaggiare fuori dallo stato per abortire a causa di vincoli finanziari, ha affermato sempre l’agenzia di stampa.

Alcuni stati governati dai democratici, stanno già adottando misure per garantire il diritto all’aborto nella legge statale. Dal Colorado al New Jersey, i governatori democratici hanno firmato leggi a tutela dei diritti riproduttivi ed hanno annunciato la loro intenzione di poter fornire servizi di aborto alle persone che vivono in stati in cui la procedura è soggetta a restrizioni.