Lun 23 Dic 2024
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Martina Rossi, i 2 condannati in semilibertà. I genitori: “Loro in semilibertà, noi condannati all’ergastolo”

Arezzo, i due 30enni aretini, condannati definitivamente in Cassazione il 7 ottobre del 2021, per il tentativo di violenza sessuale su Martina Rossi, già da alcuni giorni, escono dal carcere di Arezzo per andare lavorare, ma la notizia è trapelata solo in queste ore, forse anche per evitare clamori.

“Loro in semilibertà, noi condannati all’ergastolo, Martina non ce la ridà nessuno”, dicono amaramente i genitori della studentessa genovese precipitata dal balcone di una terrazza di albergo a Palma di Maiorca nell’agosto del 2011 nel tentativo, come confermato dalla Cassazione, di sfuggire ad una violenza sessuale.

I due giovani lavoreranno con i genitori per poi rientrare la sera nel carcere di Arezzo. Il 29 settembre il tribunale del Riesame di Firenze si era detto favorevole al regime di semilibertà e per i due condannati, superati i dettagli legati alla procedura e alla necessità di organizzare i turni, è iniziata la nuova esperienza, come avevano del resto chiesto i loro legali.

Il caso di Martina Rossi è una vicenda durata undici anni, passata attraverso un’archiviazione da parte della polizia spagnola, che aveva rubricato la morte come suicidio, fino alla riapertura del caso, un processo in primo grado ad Arezzo e due processi d’Appello a Firenze.

A chiuderla definitivamente sotto il profilo processuale la quarta sezione penale della Cassazione che ha dichiarato un anno fa inammissibili i ricorsi della difesa dei due giovani aretini.

Il regime di semilibertà e l’uscita diurna dei due 30enni dal penitenziario aretino ha provocato la reazione dei genitori di Martina alla cui forza e caparbietà si devono la riapertura del caso. “Noi paradossalmente siamo condannati all’ergastolo mentre Albertoni e Vanneschi se la cavano con tre anni e per di piu’ con il regime di semilibertà -dicono- Non hanno mai chiesto scusa né si sono mai pentiti”.

La storia della studentessa di 20 anni, genovese, inizia da una vacanza a Palma de Maiorca quando Martina parte con tre amiche. Le ragazze fanno amicizia all’hotel con alcuni ragazzi. Quella notte gli altri giovani si appartano e Martina, per non rimanere sola, sale in camera dei due aretini. Poi, secondo l’accusa, i due giovani tentano di abusare della ragazza che scappa e spaventata vola giù dal balcone del sesto piano.

Dopo l’impegno dei genitori, la procura di Genova riapre il caso e avvia le indagini, poi trasferite per competenza a quella di Arezzo. In primo grado, il tribunale aretino condanna i due giovani a 6 anni di reclusione.

Per i giudici Martina precipitò dalla camera d’albergo dove alloggiavano i due imputati per sfuggire a un tentativo di stupro. La decisione viene ribaltata, nel giugno 2020, dalla Corte d’appello di Firenze, che assolve i due ragazzi con la formula il fatto non sussiste, la prescrizione del reato di morte come conseguenza di altro delitto è assorbita dall’assoluzione. Il resto è storia più recente.

La Cassazione decide che il processo d’Appello va rifatto e Firenze questa volta, dopo aver esaminato la documentazione processuale, condanna a tre anni per il tentativo di stupro. Si torna dunque in Cassazione e la sentenza viene definitivamente confermata. Siamo nell’ottobre del 2021.Ci vorrà un anno, a causa anche dei problemi generati dalla pandemia e dal gran numero di pratiche da sfrondare, per arrivare al pronunciamento sulla semilibertà.