Firenze, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha risposto alla lettera sottoscritta dai medici del pronto soccorso che avevano lanciato l’allarme sulla situazione in Toscana e minacciando le dimissioni in massa.
“La lettera – dei medici del pronto soccorso, ha detto il presidente Giani – “è uno stimolo costruttivo che non solo raccogliamo, ma se fosse stata presentata secondo canoni più ordinari, noi avremmo subito organizzato con i loro rappresentanti un incontro per spiegare cosa stiamo facendo, e in Toscana stiamo facendo molto”.
Rispetto al 2019, ha spiegato Giani, a inizio 2023 mancano in Toscana 60 operatori del pronto soccorso. “Stiamo facendo una proposta di legge regionale per poter organizzare meglio le cose – ha detto – e per consentire nei pronto soccorso più personale. Abbiamo fatto anche il concorso, ma da questo ne abbiamo presi solo nove perché c’è una sorta di fuga nei processi di reclutamento per il personale del pronto soccorso”.
Giani ha poi rivendicato che “la Toscana è una regione attiva, che si impegna, e che sul pronto soccorso non ha né medici a gettone, né cooperative. Vediamo la polemica su come alcune Regioni hanno cercato di reclutare personale, noi vogliamo personale che viene dai concorsi e che è adeguatamente remunerato”.
La situazione in Toscana, ha aggiunto Giani, “è tra le migliori a livello italiano, ma c’è una necessità soprattutto nell’area centro, nelle province di Firenze, Prato e Pistoia”.
Gli accessi ai pronto soccorso della Toscana, evidenzia poi una nota della regione, non sono aumentati negli ultimi quattro anni (erano 1,5 milioni nel 2019 e sono stati 1,35 milioni nel 2022) ma i pazienti si fermano più a lungo, perché, si spiega, sono sempre più anziani e casi complessi o perché arriva in pronto soccorso chi dovrebbe trovare risposte altrove.
“L’appello dei medici che si dichiarano pronti a dimettersi in massa – commentano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini – evidenzia una situazione di sofferenza e un grido di dolore. Lo raccogliamo come stimolo costruttivo, pronti ad intensificare l’impegno già profuso e disponibili anche ad un confronto con i professionisti. Comprendiamo il vostro disagio – aggiungono – e vi ringraziamo per quello che fate ogni giorno”. Il problema, ribadisce la Regione, è nazionale e la Toscana, insieme a tutte le Regioni, senza distinzione di colore politico, l’ha posto al governo con una serie di proposte depositate lo scorso anno: qualificazione dell’attività nei pronto soccorso come usurante, impegno orario ridotto per chi ha più di 60 anni e può svolgere semmai funzioni di tutor, meccanismi incentivanti economici e nei percorsi di carriera, utilizzo di specializzandi”.
“Torneremo alla carica – concludono Giani e Bezzini .- Ma non ci limiteremo ad aspettare e alle misure già messe in campo ne sommeremo altre, fin dalle prossime settimane”.