Ven 22 Nov 2024
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ToscanaAmbienteLegambiente: "In Toscana il 51% dell'energia elettrica viene dalle rinnovabili"

Legambiente: “In Toscana il 51% dell’energia elettrica viene dalle rinnovabili”

Oltre la metà dell’energia elettrica in Toscana proviene da fonti rinnovabili. A dirlo è Legambiente, che proprio oggi ha diffuso dati relativi all’ultimo rapporto Comuni rinnovabili, sullo stato dell’arte della decarbonizzazione e il passaggio alle fonti rinnovabili. La percentuale è del 51%.

La Toscana, secondo Legambiente, fa meglio di altre regioni italiane. Nel 2021 (grazie al contributo del 33% dovuto alla geotermia) la produzione da rinnovabili è stata di 8.532 Gwh, pari al 51 % del totale dell’energia elettrica prodotta sul territorio regionale. Sono 272 i comuni in cui è presente almeno un impianto fotovoltaico su edifici residenziali o aziendali, sui tetti di enti pubblici o privati, sospesi o a terra. Sono invece 60 i comuni in cui è presente almeno un impianto di eolico, tra grande e minieolico, 69 i comuni in cui è presente il mini-idroelettrico.

Infine, sono 93 i comuni in cui è presente almeno un impianto da bioenergie, che sia da biomasse solide, liquide o gassose per la produzione non solo di energia elettrica ma anche termica. Inoltre, i comuni che possiamo definire 100% rinnovabili elettrici che nel 2022 sono 113 pari al 41,5 % del totale dei comuni presenti nella regione. Una buona percentuale che rende la Toscana, sempre secondo Legambiente, superiore a molte altre regioni italiane sotto questo punto di vista.

“Con l’emanazione della direttiva europea Red II dobbiamo cambiare marcia e anche atteggiamento – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana e responsabile nazionale paesaggio per il cigno verde – perché la co-pianificazione tra Ministeri (MiC e Mase) e tra Governo e Regioni dovrebbe nel prossimo lustro produrre linee guida condivise per l’individuazione delle Aree idonee allo sviluppo armonico delle rinnovabili sui territori. Non si tratta di aggredire il paesaggio, semmai di ripararlo, di ricucirlo, di farlo co-evolvere in modo armonico con l’esigenza sacrosanta di decarbonizzare la nostra economia. E questo non potrà avvenire domani, ma dovrà accadere adesso. Subito”

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