E’ morto oggi il detenuto di 35 anni che si trovava in coma dopo aver tentato il suicidio tra l’1 e il 2 luglio scorsi nel carcere di Livorno. Lo rende noto il sindacato di polizia penitenziaria che afferma: “La risposta al decreto ‘carcere tutto come prima’ varato ieri dal Consiglio dei ministri è la 52esima vittima”.
Il 35enne, entrato in carcere da 20 giorni e in attesa di giudizio, si era impiccato nella sua cella: dopo il soccorso era stato ricoverato in rianimazione all’ospedale di Livorno. “Altro che ‘ventata di ottimismo’. Lo stillicidio continua e nel provvedimento sbandierato per una sorta di risposta alle emergenze del sistema penitenziario non c’è proprio nulla destinato a cambiare qualcosa in questa estate nerissima per le carceri italiane, per i detenuti e per i servitori dello Stato” afferma Aldo Di Giacomo, segretario generale del Spp, che per due giorni ha protestato in catene davanti gli uffici del ministro Nordio. “La protesta che ho inscenato, in forma decisa e forte – aggiunge -, sarà servita sicuramente ad accelerare i tempi del decreto carceri ma ci aspettavamo uno scatto di responsabilità che non c’è stato. Nei contenuti però siamo ancora lontani dall’accoglimento delle nostre proposte per affrontare con strumenti efficaci l’emergenza che ha toccato livelli mai registrati in passato in tutti gli istituti penitenziari del Paese”. “Per questo – conclude – non smobilitiamo e continueremo a vigilare sulla fase di attuazione del decreto e a tutelare il personale penitenziario che non ce la fa più a reggere il peso di responsabilità per conto dello Stato che, evidentemente, con il piccolo decreto pensa di aver dato soluzioni alle grandi e diffuse emergenze del sistema penitenziario”
“Le carceri sono ormai luoghi di morte, più che di risocializzazione, l’esatto opposto di ciò che richiede la costituzione,” aveva dichiarato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, dopo il tentato suicidio. In Italia ammontano a 52 i suicidi nel 2024, cui vanno aggiunti 5 agenti che si sono suicidati. Un record tragico che potrebbe superare ogni statistica precedente mentre il 17 luglio, la Camera dei Deputati si appresta a votare la proposta di legge Giachetti-Bernardini sulla “liberazione anticipata speciale”. Una misura che prevede l’aumento dei giorni di sconto di pena per buona condotta da 45 a 60 giorni ogni sei mesi. La proposta, tuttavia, arriva in aula senza relatore, segno di un consenso politico ancora fragile. Nel frattempo, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, continua a promettere un decreto “entro fine luglio” per affrontare l’emergenza, rischiando di incorrere in nuove condanne da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.