Nel 2023, il fatturato delle imprese artigiane della toscana ha fatto registrare una nuova crescita (+2,2%), minore rispetto al +5,2 per cento del 2022 e +7,9 per cento del 2021, e peraltro erosa dall’inflazione. Lo afferma il rapporto annuale sul settore artigiano della Toscana realizzato dall’Osservatorio Imprese Artigiane dell’ente bilaterale Ebret
L’indagine è stata realizzata su oltre 750 imprese artigiane (con dipendenti) localizzate sul territorio regionale della Toscana. I migliori risultati sono stati messi a segno da meccanica (fatturato +9,6%), lavorazione dei minerali non metalliferi (+8,5%) e installazione di impianti (+7,0%), mentre prodotti in metallo (-1,4%), abbigliamento (-2,3%) e carta-stampa (-5,0%) hanno fatto registrare le peggiori performance.
Le difficoltà del sistema moda hanno penalizzato soprattutto Prato, unica provincia toscana a far registrare una contrazione del volume d’affari (-0,7%), Firenze (+1,7%) e Pisa (+1,4%). All’estremo opposto della graduatoria, la performance migliore è di Siena (+4,6%), seguita da Massa Carrara (+4,4%) e Lucca (+3,5%).
Al pari del fatturato crescono anche i livelli occupazionali, che hanno fatto registrare incremento seppur lieve (+0,2%, pari a circa 300 unità in più).
Nel 2023 in Toscana le ore di cassa integrazione rendicontate al Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato sono state oltre 1,3 milioni, equivalenti a circa 700 lavoratori-anno a tempo pieno. In Toscana l’utilizzo del Fondo è stato particolarmente intenso, con un importo rendicontato pari a quasi 14 milioni di euro, oltre il doppio rispetto ai 6,2 milioni di euro del 2022 e nettamente al di sopra dell’incremento medio registrato a livello nazionale (+47%).
L’intonazione fortemente restrittiva delle politiche monetarie, secondo l’Ebret, ha avuto riflessi negativi sulle condizioni di accesso al credito, giudicate in peggioramento dal 31% dei rispondenti, la quota più elevata dal 2018. Complice anche un minor fabbisogno finanziario, i prestiti concessi dal sistema bancario alle imprese artigiane hanno così subìto una decisa flessione (-8,4%). La quota di coloro che prevedono un aumento del proprio fatturato per il 2024 è scesa al 13% (era al 21% nella rilevazione di inizio 2023), determinando una flessione attesa del fatturato che, secondo le previsioni, si attesterebbe al -0,9%. Anche le aspettative sull’occupazione sembrano volgere in negativo, con un saldo fra aumenti e diminuzioni pari a -0,5 punti percentuali (era +7,9% lo scorso anno).
Fra gennaio e aprile di quest’anno, gli interventi del Fondo di Solidarietà hanno evidenziato una nuova accelerazione, con un valore degli importi rendicontati più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2023.