I dati nel rapporto ecomafie presentato oggi a Firenze da Legambiente. La Toscana sale al 5° posto, subito dietro le regioni storicamete ad alto tasso di criminalità mafiosa. Il caso dell’Elba: seconde case potenzialmente abusive e accessi negati alle spiagge
L’anno scorso ha visto in Toscana 2.318 reati ambientali (il 6,5% sul totale nazionale) 114.523 controlli, 2.273 persone denunciate, un arresto, 302 sequestri, 5.755 illeciti amministrativi e 7.531 sanzioni amministrative.
In generale, nel 2023 sono cresciuti dell’11,1% gli ecoreati in Toscana, e la regione sale dal settimo al quinto posto nazionale dietro le regioni (Campania, Puglia, Sicilia e Calabria) a tradizionale presenza mafiosa: lo afferma il report di Legambiente ‘Ecomafia 2024’ presentato oggi a Firenze.
“Si rgistra un graduale ma incessante aggravamento del fenomeno – afferma Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana -, con una particolare criticità delle infrazioni nel ciclo del cemento, che, ricordo, ricomprendono fattispecie quali: abusivismo edilizio (parziale o totale), attività estrattive illegali, irregolarità (di varia natura e gravità) nelle procedure di appalto”. Relativamente alle province toscane, l’unica presenza in classifica 2023 è quella di Livorno, che si attesta all’undicesima posizione tra Lecce e Latina, con 604 reati e 1064 illeciti amministrativi.
“Il caso peculiare della costa livornese e dell’Isola d’Elba – osserva Ferruzza – c’insegna poi che nei luoghi della Toscana dove la pressione turistica è più forte occorre profondere un ulteriore sforzo di deterrenza e vigilanza. Solo con un’azione incessante e coordinata tra cittadinanza attiva, forze dell’ordine e amministratori pubblici, riusciremo a comprimere questi fenomeni, assolutamente indegni per una regione civile come la nostra”. Se i reati legati al ciclo del cemento sono in crescita, secondo il rapporto Ecomafia è stabile il numero regionale dei reati legati al ciclo dei rifiuti illegali; in calo i reati contro gli animali, gli incendi boschivi dolosi o colposi, i reati contro il patrimonio culturale.
L’aumento dei reati in Toscana sta dentro un trend di crescita a livello nazionale. I reati ambientali, infatti, in Italia, nel 2023, secondo sempre i dati diffusi da Legambiente, salgono a 35.487, registrando +15,6% rispetto al 2022, con una media di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora. Illeciti che si concentrano soprattutto nel Mezzogiorno e in particolare nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa – Campania, Puglia, Sicilia e Calabria – dove si concentra il 43,5% deli illeciti penali, +3,8% rispetto al 2022. Tutto il mercato illegale nella Penisola è valso agli ecomafiosi nel 2023 ben 8,8 miliardi.
Dati nel complesso preoccupanti: nel 2023 in Italia aumenta anche il numero delle persone denunciate (34.481, +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Tra gli illeciti, nella Penisola continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), che si conferma sempre al primo posto tra i reati ambientali; ma a preoccupare è soprattutto l’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, 9.309, + 66,1% che salgono al secondo posto. Al terzo posto con 6.581 reati la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti.
Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato. Sono inoltre 378 i clan mafiosi censiti.