Dom 24 Nov 2024
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ToscanaAmbienteLo squalo bianco a rischio scomparsa nel Mediterraneo

Lo squalo bianco a rischio scomparsa nel Mediterraneo

È l’ allarme lanciato da uno studio dell’Università di Siena e del Centro studi squali di Massa Marittima che mostra dati preoccupanti sulla diminuzione della presenza dello squalo bianco nei nostri mari.  “Secondo la ricerca ‘Monitoraggio e marcatura dello Squalo bianco nel Mediterraneo’ non è remota la possibilità che questa specie abbia superato il limite di non recupero, almeno nelle acque costiere italiane”

Nel Mar Mediterraneo sta scomparendo lo squalo bianco. E’ allarme lanciato da uno studio dell’Università di Siena e del Centro studi squali di Massa Marittima che mostra dati particolarmente allarmanti sulla diminuzione della presenza dello squalo bianco nei nostri mari. “Secondo la ricerca ‘Monitoraggio e marcatura dello Squalo bianco nel Mediterraneo’ non è remota la possibilità che questa specie abbia superato il limite di non recupero, almeno nelle acque costiere italiane”, spiega una nota dell’Ateneo senese. Lo squalo bianco è ritenuto ‘critically endangered’ già dal 2016 dall’International Union for conservation of nature, ossia una specie in pericolo che corre un serio rischio di estinzione nel proprio habitat mentre il Mar Mediterraneo veniva considerato, nella sua globalità, uno degli otto hotspot mondiali per la presenza ed abbondanza degli squali bianchi. “Lo studio evidenza come nessun esemplare di squalo bianco sia stato avvistato durante le oltre 650 ore di monitoraggio sul campo lungo le coste Italiane tra il 2017 ed il 2024; lo studio ha messo in campo studiosi con ampie competenze in materia, ampi mezzi e tecnologie avanzate” sottolinea l’Università di Siena specificando: “la totale assenza di avvistamenti durante le attività di monitoraggio sul campo possa significare che la specie possa aver superato la soglia di non ritorno, con una grave perdita in termini di biodiversità per il bacino mediterraneo, dove era presente da circa tre milioni di anni”. La ricerca, promossa dal professor Primo Micarelli dell’Università di Siena, vede coinvolte: Francesca Romana Reinero, coordinatrice scientifica e Consuelo Vicariotto del Centro studi squali, la professoressa Letizia Marsili coordinatrice dell’equipe del dipartimento di Scienze fisiche della terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, il gruppo di ricerca Magiamare-Siena, attivo nello stesso dipartimento universitario con Guia Consales.

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