La Corte d’appello di Firenze ha condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione, riformando la sentenza di assoluzione di primo grado, un 28enne di origine albanese accusato di aver abusato di una ragazza allora 17enne, ubriaca, durante una festa tenutasi nel settembre 2017 in un locale nel centro storico di Firenze.
I giudici della seconda sezione hanno riconosciuto il risarcimento danni alla vittima, difesa dall’avvocato Gianluca Gambogi, disponendo, in attesa della definizione dell’intero ammontare in sede civile, il versamento di una provvisionale di 7mila euro. Il pg Filippo Di Benedetto aveva chiesto la condanna a 3 anni e 5 mesi. La notte tra il 23 e il 24 settembre 2017 lo studente, secondo l’accusa, avrebbe avvicinato la ragazza su un divanetto del locale, dove lei si trovava seduta in stato confusionale a causa dell’assunzione di superalcolici, e l’avrebbe condotta in uno stanzino, dove sarebbe avvenuta la violenza.
Lo studente, difeso dall’avvocato Francesco Stefani, ha sempre negato di aver avuto un rapporto con la ragazza. Nel dicembre 2019, era stato assolto dai giudici del tribunale di Firenze. Oggi la sentenza è stata ribaltata. È pronto a ricorrere in Cassazione l’avvocato Stefani: “La sentenza di condanna a distanza di sette anni dai fatti, dopo che l’imputato incensurato e non gravato da altre pendenze, era stato assolto, si inserisce in una dinamica di decisioni schizofreniche che rendono impotenti davanti al sistema giustizia. Dinanzi a enormi contraddizioni nel narrato della persona offesa – aggiunge – la Corte di appello ha soprasseduto evidentemente, ritenendo di contro non credibile l’imputato che ha la vita rovinata.
Nel frattempo l’imputato che lavora ha messo su famiglia e sulla base degli stessi elementi, si trova a un passo dal carcere. Per questo esprimo viva preoccupazione verso certe decisioni”. Soddisfatto l’avvocato di parte civile Gianluca Gambogi: “Leggeremo le motivazioni della sentenza, tuttavia si può dire che la Corte abbia colto due fondamentali aspetti di questa vicenda: il fatto che la ragazza al momento del fatto fosse minorenne, e che fosse palesemente in stato di alterazione per assunzione di alcol. Nessun consenso può esser prestato in tale situazione”.