L’esplosione al deposito Eni di Calenzano. Oggi i funerali delle vittime, mentre dalle perquisizioni emerge una lettera della Uil che segnalava anomalie e malfunzionamenti nel recupero vapori.
L’allarme era stato lanciato. Anzi, gli allarmi. E insieme all’Eni ora vengono fuori i nomi degli altri protagonisti, altri attori che fanno marciare il deposito Eni di Calenzano. Quello esploso lunedì 9 dicembre e che ha fatto cinque vittime e ventisei feriti, di cui due ancora in gravi condizioni. Oggi i funerali di tre delle cinque vittime. Il primo allarme era stato lanciato proprio da Vincenzo Martinelli, vittima dell’esplosione, che aveva scritto una lettera alla sua azienda, la Bt trasporti, con sede a Roma. Nella lettera Martinelli parlava di anomalie alla baia 6, proprio dove si è verificato il disastro. Ora spunta anche una lettera della Uil Trasporti, dopo le perquisizioni di Carabinieri e Procura. Il tema della missiva: il malfunzionamento del recupero vapori. Malfunzionamento che probabilmente è stato parte della dinamica del fatto. La Uil parlava di fuoriuscita di idrocarburi e di vapori che si propagavano nell’aria, con rischi per la salute e l’incolumitĂ dei lavoratori. Oltra al rischio di inquinamento ambientale. Infine la questione della manutenzione della Sergen Srl, in svolgimento sempre alla baia 6 e in concomitanza dell’approvvigionamento delle autocisterne. DirĂ di piĂą la maxi perizia ordinata dal Procuratore Luca Tescaroli e dal Sostituto Massimo Petrocchi. Di sicuro quello che sta emergendo è che nel deposito Eni di Calenzano c’era qualcosa che non andava, da tempo, ed era stato segnalato piĂą volte, da soggetti diversi e ad aziende diverse.