Matteo Renzi sceglie di festeggiare i 50 anni nella sua Firenze “parlando di futuro”, fissando l’asticella politica di Italia Viva sull’orizzonte delle prossime elezioni politiche: “Tra due anni saremo decisivi con il nostro 2 o 3%”, dice l’ex premier rivolgendosi al centrosinistra, senza tuttavia nominare mai la leader del Pd Elly Schlein.
Un’ora filata di discorso dal palco, davanti alla platea del Teatro Cartiere Carrara gremito, quasi interamente pronunciato all’attacco della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la cui narrazione – secondo Renzi – “è molto più efficace dell’azione politica e del consenso nel Paese”. Anche per questo l’ex sindaco di Firenze annuncia il libro sul tema, intitolato “L’influencer”. In conclusione un’altra anticipazione di Renzi: “La prossima ‘Leopolda’ si terrà i prossimi 3-4-5 ottobre”.
“Oggi cinquantenne. Sono un uomo felice, con il cuore colmo di gratitudine. E ho ancora tanta, tanta, tanta voglia di giocare”. Lo scrive il fondatore di Italia Viva Matteo Renzi in un post su X accompagnato da una foto che lo ritrae sorridente, vestito da calciatore, con il pallone in mano. Inizia così la giornata del senatore arrivato in tarda mattinata a Firenze, al Teatro Cartiere Carrara, per nEXT, l’evento pubblico con cui festeggia i suoi 50 anni.
Il senatore ha dato il via “alle danze” con un pò di ritardo rispetto alla scaletta iniziale a causa di un guasto sulla linea ferroviaria su cui viaggiava. “Si vede che Salvini è rientrato a tempo pieno al Ministero. Il nostro incontro di oggi, allora, inizia alle 12 e non alle 11”, ha scritto su X il fondatore di Italia Viva Matteo Renzi. E poi, ancora, “L’Italia dei trasporti è bloccata di nuovo. A chi darà la colpa stavolta Salvini? Ho chiesto a Salvini in Senato se fosse incapace o portasse sfiga. Stamattina è arrivata la risposta: tutte e due”.”Chiedo a Giorgia Meloni, dategli un altro ministero a Salvini”, ha aggiunto Renzi, dicendo che “per me vanno bene le pari opportunità…”.
Una volta salito sul palco, ha esordito parlando del Tap: “Se non avessimo fatto la battaglia per il Tap, questo paese sarebbe oltre la canna del gas”. “Avevo Michele Emiliano e Massimo D’Alema – ha aggiunto – Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Beppe Grillo, tutti a dirmi che ero schiavo delle multinazionali del gas, e a dire no al tubicino di Melendugno. L’abbiamo salvato noi il paese sul Tap, mentre loro giocavano ad attaccarci dicendo che eravamo schiavi delle lobby”.
“Cara Giorgia, noi non siamo tuoi sudditi, non ci metti a cuccia”. Così Matteo Renzi, nel corso dell’incontro. “Questo è un metodo, chi si mette contro viene schiacciato”, ha aggiunto, parlando della nuova norma ‘anti consulenze’, fatta quando “ho iniziato a dire cose che alla premier davano fastidio”. “E’ come se noi vivessimo in un incantesimo – ha proseguito Renzi – nessuno osa criticare Giorgia, chi critica Giorgia finisce nel quaderno dei cattivi, gli opinionisti che criticano non vengono più invitati, guardate gli inviti, da Atreju alle trasmissioni Mediaset e questa cosa non la dice più nessuno perché se qualcuno la dice poi viene messo nel mirino. Ora, c’è bisogno di qualcuno pazzo, che ha una certa età, che non ha paura di niente di nessuno, che dica che a questo sistema noi non ci stiamo”.