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Lun 10 Mar 2025
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Toscana: a cinque anni dal Lockdown, aumentano le aggressioni a medici e infermieri

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Toscana: a cinque anni dal Lockdown, aumentano le aggressioni a medici e infermieri
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In Toscana, a cinque anni dal lockdown, continuano a crescere le aggressioni contro medici e infermieri. Sono sempre più allarmanti i dati forniti dall’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie. Nel mirino soprattutto gli infermieri.

I dati sono allarmanti. E arrivano a cinque anni dall’anniversario del primo Lockdown, nel marzo 2020, per la pandemia da Sars-Cov2. In quei giorni il governo italiano raddoppiò i voli con la Cina, obbligando contestualmente i medici a non fare test a chi aveva sintomi, ma solo se era tornato dalla Cina. L’Italia divenne in breve la capitale mondiale del Covid. E in Toscana, ad esempio, i medici e gli infermieri vennero riconosciuto per quello che spesso sono. Degli eroi. Tutti ricordiamo gli striscioni di solidarietà davanti all’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze. Poi la catastrofe. Epidemiologica, sociale e per alcuni versi anche umana. E allora, dopo quanto accaduto in questi anni di rimozione, non stupiscono i dati, pur gravi, diffusi dall’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie (ONSEPS), istituito nel 2022 presso il Ministero della Salute, raccoglie e analizza dati riguardanti la sicurezza del personale sanitario e sociosanitario. Le sue principali attività si concentrano su episodi di violenza e misure di prevenzione. Parlano di  16 mila gli episodi di aggressione al personale sanitario e sociosanitario nel 2023 e 18 mila gli operatori e le operatrici coinvolti. Mentre, secondo l’Associazione medici di origine straniera in Italia negli ultimi 5 anni le aggressioni complessive sono aumentate del 38%. La stragrande maggioranza delle aggressioni avviene in strutture pubbliche e, neanche a dirlo, il personale femminile è maggiormente colpito, soprattutto se tra i 30 e i 39 anni. In sostanza sono gli infermieri, anzi, le infermiere a risultare maggiormente colpite, soprattutto al Pronto soccorso o nelle aree di degenza e nei giorni feriali. E sembra essere diventata la normalità.