Sarà vagliata dai giudici amministrativi la vicenda della proroga della gestione della spiaggia in cui si trova la villa privata di Beppe Grillo, a Bibbona (Livorno). E’ stato infatti depositato dal Codacons al Tar della Toscana un ricorso per contestare la determinazione comunale di metà dicembre scorso sulla gestione delle concessioni demaniali marittime a finalità turistico-ricreative e sportive insistenti sul territorio comunale.
In sostanza – spiega il Codacons nel ricorso – la Giunta comunale ha stabilito la proroga fino al 31 dicembre 2025 delle concessioni demaniali marittime esistenti, motivando tale scelta con la necessità di attendere l’adozione di regolamenti e criteri più chiari a livello nazionale e regionale. Ecco che allora sarebbe stata prevista l’assegnazione diretta per dieci anni di alcune concessioni, tra cui quella intestata a Beppe Grillo, qualificata come “arenile privato”, e pertanto non rientrante in nessuno dei beni appartenenti al demanio marittimo e comunque non riconducibile a un’attività economica, avendo come scopo solo la protezione della duna e della vegetazione dunale.
Secondo il Codacons, però, “dalle pagine dei siti internet si può evincere come l’immobile denominato ‘Villa Corallina’ di proprietà del sig. Giuseppe Grillo (soggetto in favore del quale è stata rilasciata la concessione) costituente l’unica via di accesso all’arenile in questione, è destinato in via regolare e quasi esclusiva all’attività di locazione turistica ed alla stessa attività risulta essere destinato anche tale ultimo arenile”.
E partendo dal fatto che “qualsiasi utilizzo privato di un bene demaniale deve avvenire nel rispetto delle procedure previste dall’ordinamento, e l’assenza di un passaggio autorizzativo presso le competenti autorità amministrative rappresenta un’anomalia che crea disparità di trattamento tra i diversi concessionari”, l’associazione dei consumatori arriva a concludere che la decisione di procedere con un affidamento diretto della concessione senza una procedura selettiva “appare in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva 2006/123/CE (c.d. direttiva Bolkestein)… A ciò si aggiunge il fatto che la normativa regionale in materia di concessioni demaniali marittime è attualmente oggetto di impugnazione da parte del Governo dinanzi alla Corte Costituzionale, con il rischio concreto che eventuali determinazioni adottate in sua applicazione possano essere successivamente dichiarate illegittime”.
Ecco perché secondo l’associazione dei consumatori la delibera del Comune di Bibbona sarebbe illegittima “sotto il profilo del rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e concorrenza”, nonché “in contrasto con il quadro normativo nazionale ed europeo”