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Mar 1 Apr 2025
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ToscanaCronacaSfruttamento di manodopera, tre imprenditori arrestati a Prato

Sfruttamento di manodopera, tre imprenditori arrestati a Prato

Due  imprenditrici di 51 e 39 anni sono state arrestate a Prato così come un imprenditore di 59 anni: i tre sono accusati di sfruttamento dei lavoratori, di occupazione di stranieri privi di permesso di soggiorno e intermediazione illecita.

I tre imprenditori cinesi guidano imprese dell’abbigliamento con sedi a Prato e Carmignano. I tre arresti, spiega la procura, sono stati convalidati dal giudice per le indagini preliminari.
Nei confronti di uno degli arrestati, titolare dell’impresa ‘Confezione di Yar Guangxing’ di Carmignano, sono stati accertati numerosi indici di sfruttamento lavorativo ai danni dei lavoratori tra cui turni di lavoro prolungati – oltre 12 ore al giorno – senza interruzioni adeguate né pause. All’interno della sua azienda sono stati inoltre individuati locali adibiti a dormitorio per i lavoratori, in violazione della normativa urbanistica ed edilizia e in pessime condizioni igienico-sanitarie.

“Questa situazione – spiega il procuratore Luca Tescaroli – ha comportato una forte limitazione della libertà personale dei lavoratori, i quali, consapevoli della loro condizione di clandestinità, evitavano di allontanarsi dal luogo di lavoro”.

L’azienda e il relativo capannone sono stati sottoposti a sequestro preventivo.
Una delle due imprenditrici cinesi arrestate, titolare dell’impresa “Confezione Sofia di Men Yanna”, ha invece definito la propria posizione patteggiando una pena per il reato di assunzione di persone prive di permesso di soggiorno. Tra le irregolarità rilevate nelle ispezioni – eseguite dal personale dell’ Ispettorato Nazionale del Lavoro e dai carabinieri – si sono “omessa sorveglianza sanitaria, omessa formazione ed informazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza, omessa nomina del medico competente; omesso aggiornamento del Dvr e omessa manutenzione degli estintori”. Nei servizi di controllo sono state anche elevate sanzioni amministrative per 135.000 euro e ammende per 32.000 euro.

“Le indagini della procura di Prato, sempre efficaci, hanno fatto emergere altre tre confezioni dove l’illegalità è l’elemento predominante”, “ennesima prova che il sistema di produzione illegale nel distretto pratese continua ad operare come sempre”. Lo afferma in una nota Juri Meneghetti, segretario generale Filctem Cgil di Prato Pistoia, rispetto agli ultimi arresti di imprenditori cinesi per sfruttamento di lavoratori stranieri. Il sindacalista aggiunge che “i controlli sono fondamentali per il contrasto all’illegalità ed allo sfruttamento lavorativo, ma il contrasto sarebbe ancora più efficace se venissero puntualmente chiamati in causa i committenti che danno lavoro a queste aziende scorrette”.
“Insicurezza e sfruttamento lavorativo – continua – fanno sempre coppia nella parte di produzione illegale del tessile abbigliamento. Anche in tema di salute e sicurezza i committenti dovrebbero essere parte in causa per le inadempienze in materia di chi lavora per loro, dando invece lavoro a chi rispetta le norme”. “Ricordo che – conclude – proprio uno dei referendum proposti dalla Cgil è sul tema della responsabilità dei committenti su salute e sicurezza, tema che dovrebbe stare a cuore a tutti, un buon motivo per il quale andare a votare cinque Sì i prossimi 8 e 9 giugno”.