L’opera, una prima nazionale diretta da Gabriele Lavia, inaugura il cartellone del teatro dal 14 al 19 Novembre. Prima della messa in scena inaugurato un defibrillatore in sala
I ragazzi che si amano, il recital da Jacques Prévert con cui Gabriele Lavia inaugura in prima nazionale dal domani al 19 novembre la stagione del Teatro della Pergola di Firenze, raccontano un amore salvifico che dà l’unico senso possibile alla vita, un amore a cui aggrapparsi come naufraghi nel mare delle amarezze e ingiustizie dell’esistenza, un amore totalizzante che rigenera e crea un mondo in cui non c’è spazio per altri, in cui non esiste più niente se non i due giovani amanti. Ciascuno di noi può ritrovare echi e immagini della propria adolescenza.
“Prévert non vuole essere diverso da noi – spiega Gabriele Lavia – non vuole farsi notare. È vestito di grigio. Porta impermeabile e cappello. La domanda è: che cosa siamo noi? Noi, siamo tutta la vita. Noi ci amiamo e noi viviamo, noi viviamo e noi ci amiamo… Con un colpo di scena che ci dà la misura della grandezza di questo autore, Prévert ci dice che noi non sappiamo che cosa sia la vita, non sappiamo che cosa siano i giorni e non sappiamo che cosa sia l’amore. L’essere è soltanto nella non-coscienza di sé”.
L’amore e i giovani: niente e nessuno esiste più attorno a loro, poiché essi non appartengono più a questo mondo, ma a un altro, che vive nell’accecante calore del loro sentimento. Questo amore rigenera l’esistenza, rende unici e straordinari, crea un mondo e annulla gli altri, rende invisibili e senza paura. È un amore che libera.
“I ragazzi che si amano sono in un altrove, dunque – interviene Lavia – per quanto riguarda l’universo di Prévert si tratta di una realtà post platonica, in cui gli uomini vivono in un luogo delle ombre tipico della dimensione della caverna e al contrario i ragazzi che si amano stanno dove c’è la luce sconosciuta fuori dalla caverna. Jacqués Prévert – al di là della popolarità delle sue parole d’amore – è un poeta estremamente complesso, un poeta strano, che ha attraversato tanti momenti diversi e che ha voluto usare le parole di tutti i giorni per esprimere concetti così profondi”.
Il recital prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana è dunque un percorso affascinante e coinvolgente, con una guida d’eccezione come Gabriele Lavia, attraverso le “nebbie”, non solo del porto del celeberrimo film di Marcel Carné (scritto dall’eclettico poeta), ma anche delle cave fumose in cui Juliette Greco cantava Le foglie morte (anche questa del Nostro) e delle immancabili sigarette Gauloises ‘papier mais’ tanto amate da Prévert.
“Jacqués Prévert – conclude Gabriele Lavia – al di là della popolarità delle sue parole d’amore, è un poeta estremamente complesso, un poeta strano, che ha attraversato tanti momenti diversi e che ha voluto usare le parole di tutti i giorni per esprimere concetti profondi”.
A proposito di affari di cuore, non si deve pensare solo all’amore: c’è anche la salute. Per questo il Teatro della Toscana inaugura prima dell’andata in scena de I ragazzi che si amano un apparato defibrillatore, dono di Box Office Toscana da sempre partner di ticketing della Fondazione, che sarà collocato accanto al desk della biglietteria giornaliera. Una protezione per gli spettatori, ma anche per i cittadini, dato che si trova in un luogo aperto per la maggior parte della giornata.
A inaugurarlo il dottor Nicola Armentano, medico specialista in medicina dello sport e Presidente della IV Commissione consiliare “Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali” del Comune di Firenze, da tempo impegnato in prima linea nella diffusione e nella mappatura di questo tipo di apparati.
Un giorno importante, dunque, che consentirà a tutti di godere del teatro con un maggiore senso di sicurezza e faciliterà il lavoro dei medici di servizio, che cogliamo l’occasione per ringraziare del lavoro prezioso e volontario che prestano a ogni alzata di sipario.