Lun 23 Dic 2024
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Non solo ‘Fatima’ dorme all’addiaccio

Firenze, con l’arrivo delle gelate invernali si ripropone il triste problema delle persone che, rischiando la vita, passano la notte all’addiaccio.

È di un paio di giorni fa la notizia della ricomparsa di ‘Fatima’, la donna che vive sulla panchina della fermata della tramvia Paolo Uccello, caso trattato più volte da Controradio anche con la recente intervista di Chiara Brilli all’assessora al welfare del Comune di Firenze Sara Funaro.

Proprio il caso di Fatima ha motivato Cristina, una nostra ascoltatrice, a scriverci una lettera, che pubblichiamo nella sua versione integrale, per segnalare un altro ‘caso umano’, sul quale è necessario al più presto l’intervento delle autorità per scongiurare una possibile tragedia.

“Lavoro da tre anni in uno studio in via di Coverciano e da tre anni vedo un uomo che vive su una panchina nel viale Verga, al semaforo davanti alla farmacia.

 Nella zona lo conoscono tutti. È uno straniero, dell’est Europa forse, vestito in modo decoroso, educato, dignitoso, non disturba, non dà noia a nessuno, non beve, mai sopra le righe.

Non è un barbone. Si limita a stare in piedi al semaforo in attesa che qualcuno gli dia qualcosa che neppure chiede. Semplicemente vive su una panchina da almeno tre anni.

Che faccia freddo o caldo sotto la pioggia o sotto un sole cocente, lui è lì. L’anno passato, nei primi giorni di inverno, quando fece quel freddo pazzesco, mi sembrava stessa male: lo avvicinai, gli chiesi se avesse bisogno di qualcosa e lui mi chiese di chiamare un medico perché aveva mal di stomaco.

Chiamai il 118, ma quando arrivò l’ambulanza non riuscimmo a convincerlo ad andare all’ospedale. Non so, forse non è in regola con i documenti. E continua a vivere su una panchina, Lì consuma i suoi pasti e lì dorme.

Nei giorni scorsi, quando pioveva e faceva quel freddo pazzesco, la notte montava una tenda igloo, di quelle di Dacathlon, che poi al mattino richiudeva.

Una mattina, la settimana scorsa, sotto la pioggia aveva la tenda ancora montata e teneva le sue cose, per lo più coperte, al riparo; sono venuti due uomini in borghese (vigili?) che gli hanno fatto togliere tutto e buttare le sue cose al cassonetto.

Lui non ha opposto alcuna resistenza, ha fatto quanto gli veniva chiesto, ma è ancora sulla sua panchina. Non so, forse qualcuno aveva chiamato i vigili. Era già capitato. 

Indubbiamente un uomo che vive su una panchina toglie decoro al quartiere, ma mi chiedo se chiamare le forze dell’ordine per farlo sgomberare sia la soluzione più umana.

Sinceramente, quando dormo al calduccio nel mio letto penso spesso a questo povero uomo che dorme al freddo su una panchina del viale Verga.

Dopo aver letto il caso di Fatima ho pensato di scrivervi, non per scacciarlo, ma per trovare una soluzione dignitosa per lui. Magari siete già a conoscenza del caso visto che ogni tanto qualcuno cerca di farlo sgomberare.

Non so quali motivi lo spingano a vivere lì, non so se gli sono già state proposte soluzioni alternative che magari lui ha rifiutato, ma vi chiedo di fare qualcosa prima dell’arrivo dell’inverno.

Non è umanamente accettabile che un uomo viva da tre anni su una panchina a Firenze. E non è questione di decoro, è questione di umanità.

Tra poco siamo a Natale, cerchiamo di fare il miracolo: nessun uomo merita di passare le feste da solo su una panchina.

Cristina”