Mar 24 Dic 2024
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ToscanaCronacaSanità: Macchiarini assolto anche appello, non truffò pazienti

Sanità: Macchiarini assolto anche appello, non truffò pazienti

‘Mago della trachea’ chirurgo già prosciolto da gup Firenze.

Anche la Corte d’appello di Firenze ha assolto ‘il mago della trachea’, professor Paolo Macchiarini, dall’accusa di aver truffato pazienti gravi che si erano rivolti a lui all’ospedale di Careggi dove il chirurgo ha lavorato dal 2009 al 2012.

Con Macchiarini sono stati assolti anche i medici Alessandro Gonfiotti e Fabio Mannini, la sua assistente Aida Chiti, i direttori di Careggi Valtere Giovannini e Valerio Del Ministro. La Corte d’appello conferma nella sostanza la sentenza di assoluzione già pronunciata in rito
abbreviato dal gup Fabio Frangini.

Secondo l’accusa, Macchiarini, con il sostegno di parte del suo staff, avrebbe ingannato pazienti molto gravi sostenendo con loro l’utilità di operarsi in strutture private anzichè
all’ospedale di Careggi. Ma anche in appello le difese hanno dimostrato l’infondatezza delle accuse del pubblico ministero e la Corte d’appello ha confermato anche oggi l’assoluzione.

La vicenda era partita addirittura con l’accusa di concussione poi riqualificate in truffa durante il procedimento anche da parte del pubblico ministero. Macchiarini e gli altri
erano già stati prosciolti in prima battuta dal gip, ma un ricorso in Cassazione ha fatto aprire un processo davanti al gup Frangini concluso con l’assoluzione. Oggi un’ulteriore conferma.

Il pubblico ministero Luciana Singlitico aveva chiesto condanne a 9 anni per Macchiarini, 6
anni per la caposala Aida Chiti, 4 anni per Gonfiotti e Mannini, per truffa in concorso, mentre per gli amministrativi Giovannini e Del Ministro aveva chiesto un anno per l’accusa di abuso d’ufficio, relativo ad un omesso controllo sulla gestione dei pazienti fatta dallo stesso Macchiarini.

Lo stesso sostituto pg aveva chiesto di riqualificare l’accusa di truffa in concussione, come all’inizio del procedimento. La corte d’appello, nonostante la sostanziale reiterazione delle stesse accuse, non le ha accolte e ha appunto confermato l’assoluzione.