Secondo quanto accertato dalla finanza, tra il 2005 e il 2016 Giurlani si sarebbe appropriato di denaro appartenente all’Uncem, ‘autoliquidandosi’ oltre 300mila euro senza alcuna giustificazione di spesa e altri 240mila creando giustificazioni contabili fittizie
Chiusa l’inchiesta della procura di Firenze che il primo giugno scorso aveva portato all’arresto, in esecuzione di misura cautelare ai domiciliari, dell’ex sindaco di Pescia ed ex presidente Uncem Oreste Giurlani, accusato dei reati di peculato e traffico di influenze.
L’avviso di conclusione indagini, l’ultimo passo prima della richiesta di rinvio a giudizio, è stato notificato il 18 dicembre scorso a Giurlani e all’altra persona indagata nell’ambito dell’inchiesta, un architetto di Prato, 71enne, accusato di traffico di influenze. Secondo quanto accertato dalla finanza, tra il 2005 e il 2016 Giurlani si sarebbe appropriato di denaro appartenente all’Uncem, ‘autoliquidandosi’ oltre 300mila euro senza alcuna giustificazione di spesa e altri 240mila creando giustificazioni contabili fittizie. Inoltre avrebbe ricevuto dall’Uncem compensi per 143mila euro per consulenze dal lui effettuate a seguito di incarichi autoconferiti.
Per quanto riguarda il reato di traffico di influenze, per Giurlani l’accusa è quella di essersi fatto pagare la cifra di 39mila euro dall’architetto pratese, come prezzo della sua mediazione illecita per l’accreditamento presso enti pubblici di uno strumento informatico da lui creato.