Ok del Consiglio di Stato alla procedura scelta dal Mibact per la valutazione dei direttori dei musei, ma viene rimessa in discussione l’apertura a direttori stranieri, per la quale sembra esserci un “contrasto giursprudenziale” alla base. Franceschini: “Davvero difficile fare le riforme in Italia”.
C’è un “contrasto giurisprudenziale” alla base della decisione della VI sezione del Consiglio di Stato. L’atto spiega che una precedente sentenza del Consiglio di Stato del 24 luglio 2017 “ha ritenuto che l’attivitĂ di direttore del museo statale non potrebbe intendersi riservata a cittadini italiani e che sarebbero di per sĂ© legittimi gli atti che hanno consentito la partecipazione di cittadini italiani dell’Unione e la loro nomina tra i vincitori”. Ma ora il collegio della VI sezione “ritiene che si possa dare un’interpretazione diversa”. E per questo richiama il regolamento emanato con il Dpcm 171 del 1994, “mai successivamente abrogato”, che richiede “imprescindibilmente la cittadinanza italiana per il conferimento di incarichi di livello dirigenziale”. I giudici sottolineano come questa norma “sia applicabile nel presente giudizio e non si ponga in contrasto con la normativa Ue”.
“Davvero difficile fare le riforme in Italia. Dopo 16 decisioni del Tar e 6 del Consiglio di Stato, quest’ultimo cambia linea e rimette la decisione sui direttori stranieri dei musei all’adunanza plenaria. Cosa penseranno nel mondo? ” Commenta così la sentenza pubblicata oggi dalla sezione sesta del Consiglio di Stato , su Twitter, il ministro di Beni culturali e Turismo Dario Franceschini.