L’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, in un’intervista a La Nazione, sospende il giudizio sul risultato elettorale e sulla vittoria di chi ha posizioni dure sull’accoglienza: “vorrei dare un giudizio su ciò dopo aver visto la concretezza delle scelte.”
In un’intervista pubblicata oggi in cronaca da La Nazione, Betori ha dichiarato: “Si possono propagandare tante cose, poi ci sono i fatti e io non voglio dare per scontato nessuna chiusura”, sottolineando come “anche in quel mondo c’è tanta gente che l’accoglienza la pratica nei fatti e si distingue per l’alto tasso di solidarietà”.
Per Betori il ‘renzismo’ “è stata innanzitutto la presa di coscienza di un’Italia che voleva fare un passo avanti. Che aveva l’esigenza di fare delle scelte. La voglia di non farsi frenare nell’eterno dibattito politico senza sbocchi”. La sua veloce ascesa e discesa non lo sorprendono più di tanto perchè “l’Italia da sempre è usa ad accendere e spengere le cose con rapidità e ciò non riguarda solo Renzi”, e forse “è un limite grande dell’Italia”.
Betori parla anche dell’omicidio di Idy Diene, il senegalese ucciso da un italiano sul ponte Vespucci il 5 marzo: “sulle intenzioni di chi ha compiuto questo omicidio esecrabile saranno i magistrati a fare chiarezza”, ma in Firenze “io non vedo nessun atteggiamento razzista”, ed “è senz’altro una città del confronto e dell’accoglienza”, aggiunge.
A proposito della città dove arrivò come arcivescovo 10 anni fa, ricorda i recenti funerali di Davide Astori: “Ci sono momenti in cui Firenze riesce ad avere meravigliosamente uno sguardo unitario, e quel funerale è stato uno di quei momenti”, conclude Betori ribadendo che è sua intenzione restare a Firenze, cosa che ricorda ha detto anche a Papa Francesco: “Santo Padre, gli dissi, di qui non mi schioda per nessun motivo”.