Concentrandosi principalmente sul lavoro dell’attore in relazione ai temi cardine del testo, piuttosto che sui fasti della messinscena, da giovedì 12 a domenica 15 aprile al Teatro Fabbricone la regista Monica Conti porta in scena “Il Misantropo” di Molière con la traduzione di Cesare Garboli.
Con tono serioso e rinunciando alla comicità che contraddistingue la maggior parte dei lavori di Molière, “Il Misantropo” è un’opera atipica che si concentra sull’evoluzione e le sfumature dei personaggi, sulle loro relazioni umane piuttosto che sulla trama.
Se dunque la storia è semplice e tutta concentrata a dar risalto alla figura del protagonista Alceste, un intransigente idealista, puro, sincero e rigoroso fino al parossismo, emblema di un ambire disperato e costantemente deluso all’armonia, e a mostrare come nell’arco di una giornata egli rompa il suo rapporto con la società, incapace di conciliare i propri principi etici con le consuetudini sociali piene di ipocrisie e compromessi, la regia si concentra sull’interpretazione attoriale, puntando con decisione sull’esplorazione dell’energia e della dinamicità delle relazioni in scena e concentrandosi sugli stati d’animo, i rapporti, le situazioni, i sottotesti e la musica, per dare rilievo al ritmo e al suono non come forme estetiche, ma come forme di espressione dell’inconscio.
Roberto Trifirò incarna tutti i tragicomici problemi di Alceste, teso verso una purezza utopistica e un poco naïve mentre, intorno a lui, sfila “il teatrino del mondo”, raffigurato nel trionfo di ipocrisie e vacuità della società borghese in cui sono immersi tutti gli altri personaggi, impersonati da Stefano Braschi, Monica Conti, Flaminia Cuzzoli, Angelica Leo, Davide Lorino, Stefania Medri, Antonio Giuseppe Peligra, Nicola Stravalaci.
«Nell’arco di una giornata Alceste rompe con la società malata in cui vive – afferma Monica Conti – è un essere intelligente e ironico ma che nutre un odio feroce per gli uomini, che fa ingigantire in lui la percezione dei loro difetti; è un essere contraddittorio, contemporaneamente saggio e folle, che ama proprio la donna che incarna tutti i vizi che lui odia o, forse, la ama proprio per questo. Ho cercato di approfondire al massimo queste relazioni e, nello stesso tempo, di far diventare carne i versi di Molière tradotti nell’italiano di Cesare Garboli. Lavorando da anni su Molière e in particolare su questo testo, ho cercato anche di cogliere ciò che sta sotto a un linguaggio ricercato e “antico”, ma che, a tratti, pare scritto col sangue da un poeta veggente. E se nei primi tre atti ancora, qua e là, traluce il genio comico dell’autore, nel quarto sprofonda nella follia e nel quinto nel disincanto, aprendo la strada al Teatro moderno».
Gli spettatori che raggiungono Prato in treno possono usufruire del servizio Navetta Porta al Serraglio/Teatro Fabbrichino (andata e ritorno), al prezzo forfettario di 2 euro. Il ticket può essere acquistato on-line (ticka.metastasio.it), congiuntamente all’acquisto del biglietto dello spettacolo, entro due giorni prima rispetto alla data prescelta.