Ha affermato Franco Quercioli, curatore della mostra ‘Gino Bartali: una storia nella storia’, in corrispondenza della partenza da Gerusalemme del 101° Giro d’Italia, dedicata a lui come ‘Giusto tra le nazioni’, onorificenza ricevuta per l’impegno a favore del popolo israeliano durante la seconda guerra mondiale.
La mostra che avverrà nei locali della BiblioteCanova all’ Isolotto, Venerdì 4 maggio alle ore 17.30, è stata inaugurata a Palazzo Medici Riccardi nel settembre del 2013, in occasione dei mondiali di ciclismo, 101° Giro d’Italia, a Firenze. Sarà presente anche Mirko Dormentoni, presidente del Consiglio di Quartiere 4.
“L’ importanza dell’evento di Gerusalemme richiede che se ne valutino in modo approfondito le valenze sportive, culturali e civili che tale evento manifesta tenendo conto che Firenze è la città di Gino Bartali, Elia Dalla Costa e Giorgio La Pira”, afferma Quercioli che in una lettera al sindaco di firenze ha proseguito manifestando il suo dissenso:
“Non in mio nome direbbe Gino Bartali riferendosi alla partenza del Giro d’Italia 2018 da Gerusalemme, dedicata a lui come Giusto tra le Nazioni. Dal 2013 il suo nome si trova infatti nello Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme. A Gino non piacerebbe di sicuro la tappa a cronometro di Gerusalemme che attraversa anche i territori della Gerusalemme Est”.
“Lo Stato di Israele occupa militarmente quella parte della città a maggioranza araba, fin dalla guerra dei sei giorni del 1967. Da allora il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto di cessare quella occupazione per avviare le trattative di pace e in quel contesto rendere possibile l’assegnazione di quella zona al costituendo Stato della Palestina che lo rivendica nella prospettiva della soluzione ‘due popoli, due stati’”.
“Non solo Israele continua l’occupazione, ma intensifica progressivamente gli insediamenti abitativi in quella zona considerata dalla legge fondamentale del Parlamento israeliano del 1980 facente parte del suo territorio, legge che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha definito ‘nulla e priva di validità, una violazione del diritto internazionale’ e ’un serio ostacolo al raggiungimento della pace in Israele’”.
“Il Giro d’Italia, organizzato dalla RCS MEDIA GROUP, non può avallare nel nome di Bartali una scelta unilaterale che offende la parte palestinese. Questa divisione che continua a provocare sofferenze inenarrabili tra i due popoli non può essere ignorata da un evento sportivo come il Giro d’Italia. Lo sport e il ciclismo in particolare, è nato per unire non per dividere”.
“Gino che salvò tanti ebrei a rischio della sua vita, lo fece in silenzio e mal sopporterebbe che il suo nome venisse usato clamorosamente per coprire una realtà di sofferenza e di divisione”.
“Sarebbe bello che il 4 maggio, alla partenza del Giro d’Italia 2018, il Sindaco di Firenze, la città di Gino Bartali, Elia Dalla Costa e Giorgio La Pira facesse sentire la sua voce esprimendo il suo dissenso sulla valenza politica che questa scelta assume e che evidenzia la divisione fra i due popoli in conflitto”.