LXXXI Maggio Musicale: il Conservatorio Cherubini “chiude” l’anno accademico con un concerto alla Pergola nell’ambito del festival. Venerdì 11maggio, alla Pergola, il concerto sinfonico-corale con brani di Brahms e con la prima esecuzione italiana di Seven Passages, del compositore iraniano-statunitense Behzad Ranjibaran
Appuntamento venerdì 11 maggio al Teatro della Pergola per il concerto sinfonico-corale di chiusura dell’anno accademico del Conservatorio Luigi Cherubini, che rientra nel programma dell’LXXXI Maggio Musicale (ingresso libero fino ad esaurimento posti, inizio ore 21.00 ). Lo spettacolo, reso possibile grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e con la Fondazione Teatro della Toscana, vedrà sul podio il maestro Paolo Ponziano Ciardi e ospiterà una prima esecuzione italiana: Seven Passages, brano per orchestra sinfonica del compositore iraniano-statunitense Behzad Ranjibaran, ultimo di un trittico orchestrale intitolato Trilogia persiana, composto alla fine degli anni ’90 e ispirato alle storie del poema epico Shahnameh, oltre a brani tratti dal repertorio di Johannes Brahms.
Neri Nencini (violino) e Georgia Morse (violoncello) saranno protagonisti del brano d’apertura del concerto: vincitori del concorso interno al Conservatorio dedicato al repertorio per solisti e orchestra nel 2017, affronteranno il Doppio Concerto per violino e violoncello op. 102 di Johannes Brahms, ultima folle opera sinfonica dell’autore, nata dagli abbozzi di quella che sarebbe potuta diventare la sua quinta sinfonia. non a caso, e come anche nelle altre composizioni per solista e orchestra, Brahms realizza un’opera dall’ampia e drammatica portata sinfonica dove poco spazio è lasciato al virtuosismo individuale.
A conclusione del concerto, Schicksalslied di Johannes Brahms: stupenda meditazione per coro e orchestra su testo di Friedrich Hölderlin sul destino dell’uomo, sul suo dovere di amore e fratellanza. Le due sezioni contrastanti della lirica – dove la prima descrive il mondo celeste e l’imperturbabilità degli dei che lo abitano, mentre la seconda descrive il mondo terrestre e l’angoscia esistenziale di chi lo abita – sono restituite musicalmente con un sapiente gioco di chiaro scuri che vede archi in sordina e strofe intonate sottovoce nella prima parte, scrittura dalle forti tinte drammatiche nella seconda.
Direttore: Paolo Ponziano Ciardi, Maestro del Coro: Francesco Rizzi.