Lun 23 Dic 2024
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ToscanaCronacaBekaert di Figline Valdarno: lavoratori occupano la fabbrica, martedì incontro al Mise

Bekaert di Figline Valdarno: lavoratori occupano la fabbrica, martedì incontro al Mise

Il ministero dello Sviluppo economico convocherà martedì prossimo i sindacati e i rappresentanti della Bekaert, l’azienda belga che stamani ha annunciato la chiusura della sua fabbrica di Figline e Incisa
Valdarno (Firenze), con lettere di licenziamento già partite per i 318 dipendenti. Lo ha annunciato in una nota Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, spiegando che come Regione “lavoreremo a stretto contatto con il Mise

La Bekaert (ex Pirelli) di Figline Valdarno è stata occupata dai lavoratori, dopo che stamani la dirigenza ha comunicato la chiusura della fabbrica entro 75 giorni (già partite le lettere di licenziamento per i 318 dipendenti). “Sapevamo che ci fossero dei problemi finanziari e di mercato, ma non che si potesse chiudere lo stabilimento da un giorno a un altro. Chiediamo subito il ritiro della procedura. I lavoratori sono arrabbiati, la loro età media è sui 50 anni, troppo giovani per andare in pensione e troppo anziani per trovare nuove occupazioni. Per il territorio si rischia un impatto devastante, con l’indotto sono più di 400 le persone coinvolte”, dice Yuri Campofiloni della Fiom Cgil Firenze. L’occupazione ad ora è oltranza, ora dopo ora sarà valutato il da farsi. Sul posto, allo stabilimento (che produce cordicelle di metallo per pneumatici) di via Petrarca 104, c’è anche il segretario generale della Fiom Cgil Firenze Daniele Calosi che afferma: “Tra i lavoratori ci sono rabbia e delusione ma non rassegnazione. Siamo di fronte a un nuovo caso Embraco: questa scelta aziendale è dettata dalla logica della delocalizzazione, chiudono per produrre in paesi dove costa meno farlo. Chiedo a tutti di stringersi intorno ai 318 lavoratori, la mobilitazione sarà intensa. Al tavolo ministeriale siamo pronti a discutere della vertenza a 360 gradi, ma partendo dal ritiro della procedura. Non si può trattare con la pistola della chiusura e dei licenziamenti puntata alla tempia”.

“Decisione ingiusta e inaccettabile, nel merito e nel metodo, un vero attentato al lavoro.” Così il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza, commenta l’annuncio da parte di Bekaert. “Chiudere uno stabilimento produttivo è sempre ingiusto, ma in questo modo è ancora più grave. Quello di Figline è un sito produttivo importantissimo; quando c’è stata la cessione da parte di Pirelli ci erano state date delle garanzie e oggi ci troviamo davanti a questa decisione secca e annunciata come irrevocabile. Non è così che si può trattare il lavoro in Italia.” “Ci batteremo, in tutti i modi e a tutti i livelli, per cambiare questa decisione e tenere aperto l’impianto e continuare a dare lavoro a oltre 300 persone. E certamente avremo bisogno anche del Governo per reagire alla decisione di una multinazionale come Bekaert.” “Chiediamo a tutti, Regione, Governo, enti locali di combattere con noi l’arroganza aziendale di annunciare in modo unilaterale la chiusura dell’azienda e salvare il sito di Figline Valdarno.”

“Il Partito Democratico si sta mobilitando a tutti i livelli con i suoi eletti per scongiurare la chiusura della Bekaert di Figline. Siamo solidali con i lavoratori e riteniamo inaccettabile il comportamento dell’azienda. Il governo deve convocare immediatamente le parti per scongiurare la cessazione dell’attività della fabbrica, che avrebbe ricadute drammatiche su centinaia di famiglie del nostro territorio”. Così i parlamentari del PD Luca Lotti, David Ermini e Dario Parrini, insieme all’eurodeputato Nicola Danti, che ieri hanno partecipato a Figline all’assemblea sulla vertenza Bekaert. Sarà depositata dal Pd anche un’interrogazione urgente sia alla Camera che al Senato a firma David Ermini e Dario Parrini. La stessa iniziativa è stata presa da Nicola Danti al Parlamento europeo.

“Una scelta incomprensibile, in aperto contrasto con le affermazioni che gli stessi vertici della Bekaert avevano fatto non più tardi di tre mesi fa nell’ultimo incontro al Mise sulla situazione del sito produttivo di Figline. In quella sede si confermavano il buon andamento dei volumi produttivi, la prosecuzione dei rapporti di committenza con la Pirelli e i progressi di tre progetti innovativi del piano aziendale. E oggi arriva la notizia di 318 licenziamenti in tronco. Tutto questo è inaccettabile”. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta con durezza la decisione presa dalla multinazionale belga di cessare improvvisamente l’attività della ex Pirelli di Figline Valdarno, specializzata nella produzione di ‘steel cord’, le cordicelle d’acciaio impiegate nella produzione di pneumatici.

E annuncia subito un’iniziativa: lunedì prossimo, alle 15.30, la Regione incontrerà a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza, le organizzazioni sindacali. “E’ necessario mettere subito in campo – sottolinea il presidente – ogni sforzo per scongiurare la chiusura dello stabilimento e i licenziamenti. La fabbrica di Figline ha una storia gloriosa, è da sempre un centro di produzione e di ricerca avanzata nel settore ‘steel cord’, un patrimonio che non può essere disperso. Del resto – prosegue – l’azienda stessa, di fronte alle ordinarie difficoltà di un mercato complesso e a forte vocazione internazionale, mai aveva paventato la possibilità di chiudere e licenziare. E voglio anche ricordare – continua – che da parte di lavoratori e sindacati c’è sempre stata, fin dalle trattative per il passaggio da Pirelli a Bekaert, nel 2015, la piena disponibilità a sostenere processi di crescita della produttività del sito”.

“Lavoreremo a stretto contatto con il Mise, che martedì prossimo convocherà azienda e sindacati – conclude Rossi – e come Regione metteremo a disposizione ogni strumento normativo e finanziario previsto per contribuire a scrivere una storia diversa per il sito di Figline. Una storia che parli ancora di lavoro e di sviluppo. Anche nella consapevolezza che ci sono ancora commesse importanti da realizzare a Figline e che la stessa Pirelli deve essere chiamata in causa”.