La rubrica a cura di Domenico Guarino va in onda tutte le mattine alle 8.10 nella trasmissione 30 Minuti su Controradio. Per leggere ed ascoltare tutti i ‘caffè’ vai QUI
I contagi salgono, la scuola a tempo pieno non decolla, la crisi economica comincia a mordere, i trasporti pubblici sono pieni, i tamponi sono troppi e non si riesce a stare dietro al numero delle richieste. Com’era prevedibile dopo l’estate italiana passata a catare sul ramo, ecco che questo autunno precoce rischia di portare al pettine tutti i nodi. Contemporaneamente ed in maniera drammatica. Colpa de Governo certo che evidentemente non ha predisposto tutto nel migliore dei modi (che fine hanno fatto ad esempio i famigerati banchi di Arcuri?) e che continua a produrre dpcm zeppi di prescrizioni bizantine, per non dire incomprensibili, e frustranti. Tuttavia, noi che non abbiamo certo lesinato in queste settimane ed in questi mesi, critiche all’esecutivo, oggi, in tutta onestà non ce la sentiamo di scaricare il peso delle difficoltà solo su Speranza o Conte o chi per loro. Certo, per quanto ci riguarda, il Governo ha spesso sbagliato strategia e finanche tattica, ma noi cittadini? Beh noi cittadini spesso non siamo stati da meno .
E’ vero infatti che i trasporti sono pieni, ma è altrettanto vero la tanto decantata rivoluzione delle due ruote non è mai decollata: le bici in città insomma sono le stesse di prima e talvolta meno. I tamponi sono pochi, certo, ma si scopre che ma massima parte sono riservati alle scuole, e allora se per un minimo raffreddore genitori e professori vanno immediatamente in paranoia e i pediatri, i medici, si riducono al ruolo di passacarte, ecco che la frittata è fatta. Se avessimo imparato a tenere quel minimo di distanze, forze oggi avremmo meno casi, e non avremmo fornito al Governo alibi per ulteriori restrizioni. E via e via: lo sport nazionale sembra tornato quello di sempre: lo scaricabarile. A tutti i livelli.
Certo, tutto questo, compreso il clima di tensione ed incertezza che taglia le gambe all’economia, è probabilmente il frutto di una strategia che ha puntato tutto sul terrorismo e non sulla consapevolezza e sulla coscienza civica; che spesso ha dato segnali contraddittori (pensiamo alle discoteche aperte e chiuse nello spazio di poche settimane). Ma è altrettanto certo che, se non vogliamo uno stato etico, noi per primi dobbiamo dare prova di meritarne la fiducia. E per ora non sta accadendo.
DG