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🎧 A Firenze una grande mostra ricorda Enrico Berlinguer

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🎧 A Firenze una grande mostra ricorda Enrico Berlinguer
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A Firenze una grande mostra ricorda Enrico Berlinguer. Vita pubblica e privata del dirigente del Pci in 2500 metri quadrati al Mandela forum, dal 3 settembre al 5 ottobre. Una inedita sezione racconterà la figura del leader in Toscana e nel capoluogo. Eventi, cinema e dibattiti accompagneranno le settimane dell’esposizione che recupera materiali originali audiovisivi, sonori, fotografici e documenti di archivio.

Berlinguer Firenze ti vuole bene, la Toscana pure. A oltre 40 anni dalla scomparsa del leader politico e esattamente a 50 dall’ultimo comizio alle Cascine che raccolse 4 cortei di un milione di persone, il capoluogo toscano ospiterà la grande mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” dedicata alla vita, alla carriera, alla fortuna politica e anche al lascito morale del dirigente del Partito comunista italiano.

La mostra si svolgerà da mercoledì 3 settembre a domenica 5 ottobre all’interno del Mandela forum di Firenze, dove arriva dopo le tappe di Roma, Bologna, Sassari e Cagliari. Oltre all’allestimento classico da 2000 metri quadrati che racconta la vita pubblica e privata di Berlinguer, la mostra accoglierà anche un ricco padiglione (500 metri quadrati) dedicato alla figura di Berlinguer in Toscana e a Firenze. Per tutta la durata della mostra il Mandela forum ospiterà inoltre un cartellone di eventi collaterali tra cinema, presentazioni di libri, dibattiti culturali e stand culinari, una festa dell’Unità contemporanea sotto la benedizione virtuale del padre del Pci italiano.

L’organizzazione fiorentina della mostra è dell’associazione Nelson Mandela forum, che proprio a Berlinguer ha proposto al Comune di Firenze il toponimo del piazzale antistante l’ingresso, e del Comitato di indirizzo politico istituito appositamente e presieduto da Michele Ventura con vicepresidente Fiorella Gasperini e con Marisa Nicchi, Leonardo Domenici, Paolo Fontanelli, Daniela Lastri, Marco Spinelli, Maurizio Paolini e Tea Albini. “Non si tratta di una mera operazione nostalgica che guarda al passato – spiegano i promotori – ma riteniamo che la figura di Enrico Berlinguer abbia ancora molto da raccontare alla nostra società perché parla di impegno civile, di rispetto dei diritti, e di fermezza nel difendere le istituzioni democratiche. Oggi che quei partiti e quel mondo sono scomparsi sono però ancora vivi i temi della pace, della questione femminile, dell’ambientalismo. Da quello che è stato e che Berlinguer ha incarnato possiamo e dobbiamo coltivare un’idea di politica per il futuro”.

La mostra è stata presentata oggi al Mandela forum da Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, Sara Funaro, Sindaca di Firenze, Ugo Sposetti per la Associazione Enrico Berlinguer, e Michele Ventura per il Comitato politico a garanzia della mostra in memoria di Enrico Berlinguer.

“La mostra su Enrico Berlinguer nel settembre prossimo arriverà anche in Toscana dopo essere stata esposta per la prima volta a Roma – ha sottolineato il presidente della Regione Eugenio Giani -. Arriverà nella sua Toscana, la terra che lo ha visto protagonista di numerose iniziative e presente in molte occasioni. E’ per questo che conterrà una grande sezione dedicata appunto a Berlinguer in Toscana. Questa importante testimonianza sarà accompagnata da una serie di iniziative culturali e  ricreative a tema. Sarà l’occasione per rileggere il percorso politico di una delle figure chiave per la nostra Repubblica e per la stessa democrazia, un protagonista assoluto della seconda metà del ventesimo secolo. Bene ha fatto dunque l’Associazione Nelson Mandela Forum ad organizzare questa serie di eventi che, ne sono sicuro, eviteranno di essere un’operazione-nostalgia ma sapranno rappresentare un evento culturale di grande respiro”.

“Personaggi come Berlinguer hanno lasciato il segno nella nostra storia, nel nostro Paese e non solo, con messaggi importanti e attuali – ha dichiarato la sindaca di Firenze Sara Funaro -. Aveva la capacità di parlare a tutti e arrivava a tutti, mobilitando milioni di persone in piazza perchè mandava messaggi su quelle che erano le urgenze per i cittadini della sua epoca. Temi sui quali ha speso la vita, come la pace, la questione femminile, sono attualissimi ancora oggi. Accogliamo questi valori e teniamoli fermi a guidarci nel nostro agire quotidiano, politico e umano. E auspichiamo che tanti giovani, così curiosi, così bramosi di sapere, vengano a vedere questa mostra e a conoscere questa persona così cruciale per la nostra storia”.

La mostra

La mostra ripercorre la biografia di Berlinguer attraverso materiali originali audiovisivi, sonori, fotografici e documenti di archivio. E’ divisa in varie sezioni, tra gli affetti, la formazione politica, la vita pubblica, gli anni alla guida del Pci in un contesto politico assai complesso sia dal punto di vista interno che internazionale.

Berlinguer è eletto segretario del Pci il 17 marzo 1972. La società italiana è attraversata da forti istanze di cambiamento, sollecitate dal ’68 studentesco e dall’“Autunno caldo” operaio del ’69, ma è anche scossa dallo stragismo neofascista. Sono gli anni del compromesso storico quando Berlinguer intende dare uno sbocco politico alla richiesta di rinnovamento e difendere le istituzioni repubblicane. Nel 1976 il Pci raggiunge il massimo storico dei consensi e per tre anni è coinvolto nelle scelte dei governi nazionali senza farne parte formalmente. La stagione della solidarietà democratica è segnata da una profonda crisi economica internazionale e dalla sfida alla democrazia italiana mossa da più parti, e in particolare dalle Br, che sfocia nel rapimento di Aldo Moro del 1978. Sono anche anni di riforme e sacrifici: le prime cambiano il volto del Welfare italiano, i secondi minano il consenso del Pci, che torna all’opposizione nel 1979. I luoghi dell’ultima stagione di Berlinguer sono i cancelli di Mirafiori, dove sostiene la lotta degli operai Fiat, e l’Irpinia devastata dal terremoto, evento che segna il definitivo passaggio alla linea dell’alternativa democratica. Nel 1984 Berlinguer schiera il Pci contro il ridimensionamento della scala mobile. Lo scontro tra Berlinguer e i governi di pentapartito è al culmine, quando lo coglie la morte improvvisa l’11 giugno di quell’anno.

Intanto a partire dal 1968, con la condanna dell’intervento del Patto di Varsavia in Cecoslovacchia, il rapporto del Pci con l’Unione Sovietica viene rimodulato nei termini di una marcata autonomia e di una maggiore distanza critica. Berlinguer è tra i dirigenti che meglio impersonano il nuovo corso, tenendo testa ai sovietici nell’autunno 1968, intervenendo nella Conferenza mondiale dei partiti comunisti del 1969, affermando a Mosca nel 1977, in occasione del 60° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre, il valore «storicamente universale» della democrazia; infine, guidando lo “strappo” con l’Urss dopo la proclamazione dello stato d’assedio in Polonia nel 1981. Lo spettro delle relazioni e della politica internazionale di Berlinguer, peraltro, è davvero globale. Esso spazia dal forte legame coi movimenti di liberazione, a partire da quello vietnamita (si veda l’incontro con Ho Chi Minh del 1966), all’attenzione verso il Terzo Mondo, il rapporto Nord/Sud (sul quale incrocia la sensibilità di leader socialdemocratici europei come Willy Brandt e Olaf Palme) e il ruolo dei paesi non allineati, a partire dalla Jugoslavia di Tito.

Berlinguer e la Toscana

La sezione toscana dell’esposizione mostrerà alcuni documenti, foto, manoscritti, registrazioni audio dei vari passaggi di Berlinguer nella regione e a Firenze. Sarà esposta anche la prima bandiera del Pci in prestito dal Comune di Livorno. Tra le tappe più significative che hanno legato Berlinguer alla regione ci sono il congresso nazionale FGCI a Firenze del 29 marzo 1971, la conferenza delle ragazze comuniste del gennaio 1973 a Firenze, il comizio sul referendum per il divorzio (Firenze, 1974), il comizio per le amministrative di Pisa del maggio 1975, la manifestazione italo-spagnola a Livorno (luglio 1975), la festa nazionale dell’Unità di Firenze del 1975 (famoso e oceanico il comizio al prato del Quercione alle Cascine, la cui foto è stata scelta per la locandina del film di Andrea Segre ‘La grande ambizione’), la manifestazione nazionale per la pace di Firenze (1980), il discorso alla manifestazione sull’aborto (Firenze, 1981), il discorso al festival nazionale dell’Unità di Tirrenia (1982), la festa nazionale delle donna comuniste di Viareggio (1983).