Sabato 9 novembre a Firenze appuntamento con il convegno “L’agricoltura che fa bene al clima” di Vandana Shiva. Presentato anche il suo ultimo libro “Agroecologia e crisi climatica” (Tera Nuova Edizioni). L’evento si svolgerà alla Biblioteca delle Oblate, ingresso libero e gratuito.
Sempre più piccoli agricoltori e orticoltori stanno attuando un’agricoltura sempre più diversificata. Rigenerazione del suolo, conservazione e selezionane dei sementi, sono solo alcune delle tecniche utilizzate per rendere l’agricoltura sempre più basata sulla biodiversità. Le comunità che scelgono di mettere i beni comuni al centro di sistemi economici locali, solidali e basati sulla cooperazione, continuano a offrire soluzioni creative e innovative, riappropriandosi così dei sistemi alimentari e riuscendo spesso a rendere le grandi multinazionali dell’agrochimica irrilevanti.
Durante il convegno verrà anche presentato il nuovo rapporto di Navdanya “Il Futuro del cibo – Biodiversità e agroecologia per un’alimentazione sana e sostenibile”. ll rapporto riunisce esperti internazionali, raccoglie testimonianze di resistenza globale contro il sistema agroalimentare industriale, annovera esempi di buone pratiche tra agricoltori, comunità locali e organizzazioni della società civile, come parte della campagna di Navdanya International ‘Per un cibo e un’agricoltura liberi da veleni’.
Il valore globale della produzione alimentare industriale è di 2.800 miliardi di dollari mentre i costi ambientali sono di crica 3.000 miliardi di dollari. Vanno aggiunti ad essi altri 2.800 per costi legati alla perdita di benessere sociale e a conflitti causati dalla perdita di risorse naturali come suolo e acqua. Le vendite mondiali di prodotti biologici sono triplicate in un decennio, passando da 18 miliardi di dollari nel 2000 a 59 miliardi di dollari nel 2010. Nonostante la crescita esponenziale delle vendite, l’offerta non sta al passo con la domanda, poiché nello stesso periodo i terreni agricoli biologici sono aumentati da 14,9 a soli 35,7 milioni di ettari.
Il mondo si sta sempre più prendendo cura della salute e dell’ambiente. Ne sono un esempio l’Italia con i suoi 70 comuni che hanno bandito o limitato lìutilizzo di pesticidi. La Francia con i suoi 56 comuni che stanno pressando il governo ad attuare normative in merito. A settembre, anche le aree metropolitane di Parigi, Lille, Nantes, Grenoble e Clermont-Ferrand hanno annunciato il divieto di utilizzo di pesticidi nel loro territorio.
Nel 2017, nelle Filippine, 200 comuni membri della League of Organic Municipalities and Cities (Lega dei comuni e delle città Biologiche nelle Filippine – LOAMCP), hanno firmato un accordo comune per promuovere nuove politiche basate sulla preservazione dell’equilibrio dei suoli vietando l’utilizzo di prodotti agrochimici tossici e di organismi geneticamente modificati (OGM), oltre a prevedere un sistema di sanzioni e ricompense per gli agricoltori.
L’evento è organizzato da Terra Nuova e Navdanya International. Presenti anche Salvatore Ceccarelli, esperto internazionale in agronomia, specialista di genetica agraria e membro del consiglio direttivo di Navdanya International; Nadia El-Hage Scialabba, esperta internazionale di ecologia alimentare con 30 anni di esperienza alla Fao; Bernardo Gozzini, climatologo e direttore del Consorzio Lamma e Maria Grazia Mammuccini presidente di Federbio. Conclusioni a cura di Alberto Bencistà, presidente di Firenze Bio.