La moda incontra il sociale a Pitti Filati. Al salone dedicato alle eccellenze del tessile, sarà prensente anche Manusa Knitlab, un laboratorio di maglieria molto speciale.
Nasce due anni fa, quando la cooperativa Arké, per offrire opportunità di inserimento lavorativo ai beneficiari dei suoi servizi, affida a Manusa, cooperativa sociale di tipo B, la realizzazione di un progetto tanto ambizioso quanto concreto.
Questa realtà ha da prima sviluppato un percorso formativo altamente qualificato per 12 allievi (alcuni migranti e alcune persone con disabilità e segnalate dai servizi sociali). E adesso è diventata un vero e proprio laboratorio di produzione che avrà la sua vetrina nello Spazio tendenze di Pitti Filati, dal 23 al 25 gennaio a Firenze. Un traguardo che affonda le sue radici in un solido terreno fatto di impegno e ricerca.
Molti gli obiettivi che il progetto ha voluto perseguire. Intanto quello di stimolare la convivenza tra i giovani migranti e cittadini italiani. E poi quello di offrire loro una formazione professionale pratica e realmente spendibile sul mercato del lavoro.
«Il progetto è partito da una constatazione: nel settore tessile stanno scomparendo quelle figure professionali tradizionali, altamente qualificate, come gli esperti di rifiniture nella maglieria, che fanno della manualità il loro punto di forza» spiega Silvia Gentili, presidentessa di Manusa.
Per questo servivano macchine da maglieria manuali, ideali per piccole produzioni e per la prototipia. Manusa ha così ricercato in tutta Italia macchinari anni Sessanta, li ha smotorizzati e con quelli ha fatto partire il corso di formazione: 20 ore settimanali per un anno intero, diretto dalla designer Barbara Guarducci e da Annamaria D’Alessandro, ex docente di tecniche della maglieria al Polimoda di Firenze e al Politecnico di Milano.
«Abbiamo notato in questi giovani, quasi tutti under 30, una grande voglia di imparare. L’approccio creativo è stato sicuramente stimolante. E la multiculturalità del gruppo ha contribuito a portare gioia e colore nelle nostre produzioni» racconta Barbara Guarducci.
Adesso che il corso si è concluso, per alcuni partecipanti sono stati avviati progetti di tirocinio. Prossimo passo: attivare contatti con le aziende tessili del territorio e brand emergenti per l’inserimento lavorativo dei giovani.
Manusa in sanscrito significa “essere umano”. Ed è intorno all’uomo che ruota l’attività di questa cooperativa sociale di tipo B, attiva dal 2012 nel settore del riuso, della moda etica e del recupero di lavorazioni artigianali in via di estinzione, dal ricamo all’uncinetto, passando per il rammendo creativo.
Il suo obiettivo è offrire una risposta occupazionale a soggetti svantaggiati, in particolare alle donne. Oggi i dipendenti della cooperativa creano piccole collezioni con abiti vintage e con tessuti nuovi, ma recuperati dal surplus produttivo di altre aziende. Realizzano oggetti e lavorano contoterzi per varie aziende. Infine, hanno contribuito alla realizzazione di alcune installazioni, come quelle di Michelangelo Pistoletto e Sandra Tomboloni a Pistoia.
INFO:
Tel. 371/3642322