A Prato dal 16 al 25 settembre torna per la sua 20esima edizione il Contemporanea Festival: le 18 compagnie e i 31 spettacoli con artisti non solo nazionali ma anche internazionali inaugureranno le attività della nuova stagione del Teatro Metastasio.
La vocazione di Contemporanea Festival, diretta da Edoardo Donatini, è quella di raccontare le urgenze dell’oggi, proiettandosi verso il domani avvalendosi del contributo della scena della sua capacità di trasformare la trasversalità dei linguaggi e della ricerca in una metodologia compositiva, con un’adesione alla contemporaneità che guarda alle trasformazioni dei contesti e rispecchia il progressivo affrancamento dai modelli di riferimento.
La pandemia ha modificato la nostra percezione del corpo, fino a polverizzarla nella comunicazione globale: proprio per questo motivo il corpo, e più precisamente la sua assenza di peso, è il tema di questa edizione, il centro della riflessione delle performance delle numerose compagnie nazionali e internazionali coinvolte.
Nel programma, per prime spiccano due collaborazioni produttive: quella con l’italocanadese Daniele Bartolini che con Stil Novo prosegue un percorso iniziato a La Biennale di Venezia e propone un’esperienza interattiva per uno spettatore alla volta per indagare la trasformazione del mondo occidentale attraverso il Katajjaq, un rituale
dell’Artico canadese cantato da due donne Inuit, (dal 16 al 18 e dal 22 al 24 settembre); e quella con il regista e drammaturgo argentino Fernando Rubio e il suo progetto Io non muoio più, che riflette attorno alla violenza di genere con una performance installata al centro di Piazza della Carceri a Prato, dopo essersi nutrito della partecipazione diretta della cittadinanza, chiamata da mesi a lasciare la propria testimonianza anonima rispetto a
episodi di violenza (in collaborazione con Centro Antiviolenza La Nara, oltre a CGIL, Circoli Arci, Centro salute donna e Biblioteca Lazzerini) (dal 23 al 25 settembre).
Tra le presenze straniere, risaltano quelle della coreografa e regista franco-austriaca Gisèle Vienne che trae da L’Etang, uno dei primi lavori dello scrittore Robert Walser, una partitura vocale a dieci voci recitata da due attrici per indagare le convenzioni del teatro e della famiglia ricostruendo la storia di un ragazzino che inscena il suicidio (16 e 17 settembre); della coreografa svizzera Yasmine Hugonnet che con Seven Winters fa esplorare a sette ballerini l’interazione tra il simile e il diverso e invita a una poetica di reciprocità tra simili, ma anche con il vuoto, l’invisibile e la ‘pelle dello spazio’ (22 settembre); del collettivo spagnolo El Conde De Torrefiel con La plaza, uno spettacolo pensato come un’agorà urbana che racconta il presente facendo leva sulla memoria collettiva del passato (24 settembre).
Arrivano poi anche la performance del coreografo-performer bulgaro Ivo Dimchev, artista queer, con Selfie concert: il pubblico scatta selfie insieme a lui mentre canta (18 settembre), e un lavoro della coreografa belga Mette Ingvartsen che con The dancing public farà in modo che il pubblico venga circondato e a sua volta avvolga l’azione performativa (25 settembre).
C’è poi un progetto speciale al Museo Pecci tutto dedicato alla coreografia nazionale e internazionale, dove la performance Lingua di Chiara Ameglio esalta il legame implicito fra corpi coinvolti di pubblico e interpreti, avvolti da una “lingua” che li unisce (17 settembre); con Seismic Dancer Doris Uhlich, in collaborazione con il DJ Boris Kopeinig, esplora i limiti della produzione di energia e sperimenta il corpo come epicentro dell’azione e del
cambiamento (17 settembre); con L’ombelico dei limbi Stefania Tansini riflette sulla follia intesa come ambigua e non univoca relazione tra le cose (18 settembre), con l’assolo Rideau Anna Massoni dispiega una serie di frammenti e schemi pensati come una rete che unisce spazio, luce e musica (18 settembre), con la sua creazione Some other place, Sara Sguotti conduce un viaggio dentro la densità della materia in un altrove percettivo e
immaginativo mettendo in relazione performer, spazio e immaginazione (18 settembre).
L’attenzione verso la coreografia italiana trova poi spazio anche con la compagnia Opera Bianco di Vincenzo Schino e Marta Bichisao, che chiamano in causa la figura del clown e le sue molte sfaccettature con Jump! (23 settembre); e con il nuovo progetto di Nicola Galli, Il mondo altrove, che si ispira alla nozione di giardino di Gilles Clément e agli studi etnografici di Claude Lévi-Strauss per trattare del paesaggio e del rapporto tra uomo e natura (24 settembre).
La performance Sparks di Francesca Grilli farà leggere ai bambini il futuro sul palmo delle mani degli adulti come gesto di speranza e rottura con il passato (17 e 18 settembre); Confessioni di sei personaggi del duo Caroline Baglioni e Michelangelo Bellani ispirato ai Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello, con due attrici che raccontano storie della loro vita mescolate alle vite di quei sei personaggi per riflettere sulla forza dell’immaginazione e sulle sue regole (22 settembre); uno spettacolo di teatro di figura del Teatro Elettrodomestico, Rattenspiel, che riprende un testo di Andrea Bendini, drammaturgo incompreso, regista alcolizzato e crudele burattinaio, per ambientare una recita di ratti per ratti in un mondo punk e post-apocalittico in cui gli uomini e i loro traballanti ideali sono solo un vago ricordo, (dal 22 al 24 settembre); un lavoro di Rita Frongia attorno alla figura ribelle di Lilith, prima compagna di Adamo che rifiuta la sottomissione sessuale e viene trasformata per volontà divina in un demone notturno e assetato di sangue che divora i neonati (dal 23 al 25 settembre).
Infine sono previste la presentazione dell’ultimo numero de La Falena, rivista prodotta, sostenuta e distribuita dal Teatro Metastasio di Prato (25 settembre); la presentazione del volume İQué se levante el telón! che raccoglie e traduce 12 testi teatrali contemporanei di autori cubani e italiani e due saggi critici di Osvaldo Cano e Rodolfo Sacchettini (17 settembre); un incontro pubblico nell’ambito del progetto Stil Novo con Daniele Bartolini, Cynthia Pitsiulak e Charlotte Qamaniq della band Silla (18 settembre); e una Residenza per curatori per determinare che cosa s’intenda esattamente oggi per curatore o curatela nelle attività delle arti sceniche e performative contemporanee (23 e 24 settembre).
Per tutta la durata del festival sarà attivo il Contemporanea Bistrot presso il Giardino Buonamici, a cura di Atipico. Contemporanea Festival è un progetto del Teatro Metastasio di Prato organizzato con il contributo di Regione Toscana, Comune di Prato e Provincia di Prato e con il sostegno di Estra, Prohelvetia, Acción Cultural Española, Nuovi Mecenati, Embassy of Denmark.
Simona Gentili ha intervistato Massimiliano Civica, direttore del Teatro Metastasio, e Matteo Biffoni, sindaco di Prato.