‘Accantonati’. Così definiva Arturo, liceale fiorentino, la sua generazione per la percentuale del 50% di ritorno in presenza. Come dovrà sentirsi oggi nel vivere questa ennesima ritrattazione? Questa ennesima mediazione al ribasso sulla pelle della sua generazione?
Una beffa che si aggiunge al danno proprio nel giorno in cui l’indagine Ipsos per Save thSave the e Children parla degli effetti della DAD sulla dispersione scolastica contando una popolazione di 34 mila giovani a rischio perché demotivati, deconcentrati, sfibrati da connessioni lente, spezzatini digitali di lezioni, auricolari e video per una scuola somministrata come un medicinale e non vissuta nella sua reale valenza formativa fatta anche di socialità, scambio e presenza.
“Se il rapporto dell’ISS attesta che le scuole, dove le mascherine vengono indossate e tutte le regole di distanziamento vengono rispettate, non sono focolaio di contagio, dobbiamo avere il coraggio politico di far tornare gli studenti in presenza. E se il problema è quello del trasporto pubblico, allora lo si deve riorganizzare o potenziare di conseguenza e senza indugi. Siamo tutti stanchi di polemiche politiche che a volte sembrano pretestuose”. Lo dice il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.
Ma quando le Istituzioni, già distanti in quanto Autorità, non si dimostrano all’altezza delle promesse e degli impegni non solo si allontanano ancora di più da quella ‘generazione Covid’ che con i lasciti psicologici e cognitivi dovrà fare i conti, ma deludono, tradiscono, spingono ancora di più in quelle stanze fisiche e virtuali in cui le mura saranno sempre più alte.
Inutile parlare di mediazione trovata, accordo raggiunto, punto di caduta. Le trattative politiche, le resistenze regionali e sindacali, le inadeguatezze istituzionali non hanno giustificazioni di fronte agli occhi e alle coscienze di coloro ai quali deve essere garantito un futuro non solo di sicurezza sanitaria ma di esercizio del proprio diritto all’istruzione. Eppure sulla scuola ricadono tutte le inadeguatezze di un sistema che ha lasciato la formazione educativa, cognitiva e psicologica ai margini della gestione pandemica.
Chi parla di scelta dolorosa ma necessaria, non ha realmente compreso dove sia il problema o il problema non lo sa risolvere. Intanto per quasi un adolescente su due è stato ‘un anno sprecato’ e non ci sarà ristoro che tenga che possa farglielo recuperare.
Chiara Brilli