Mer 18 Dic 2024
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ToscanaAmbienteAcqua: Coldiretti, "Riaprire invasi aziendali" per recupero idrico

Acqua: Coldiretti, “Riaprire invasi aziendali” per recupero idrico

Il 90% dell’acqua piovana viene persa ma dal recupero dei piccoli invasi aziendali – migliaia quelli censiti in Toscana – si potrebbe recuperare fino al 50% della pioggia per irrigare le colture e anche per contrastare gli incendi in caso di necessità.

Lo sostiene Coldiretti Toscana aggiungendo però che “è fondamentale, alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici, sbrogliare il groviglio di normative e vincoli che oggi impediscono il loro recupero ed il loro utilizzo”.

Coldiretti invita quindi “la Regione Toscana ad intervenire sulle normative per consentire alle imprese agricole di riattivare gli invasi che oggi non sono utilizzati o addirittura sono chiusi a causa di normative complicate”.

“Nella regione, quest’anno, è stato un inverno più piovoso del solito ma di quell’acqua, caduta abbondante, il 90% finisce in mare quando con una rete di infrastrutture potremo recuperarne fino al 50% – spiega Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana – Ecco perché è necessario cambiare passo sulla gestione della risorsa idrica, senza la quale tutti i record del cibo Made in Tuscany, dal vino all’olio passando per il food, sono a rischio per gli effetti sempre più violenti dei cambiamenti climatici. Perdere i raccolti per la mancanza d’acqua significa perdere anche quote di mercato che difficilmente si riesce a recuperare”.

Cesani ricorda che “la Toscana ha già a disposizione migliaia di piccoli laghetti aziendali che oggi non sono utilizzati o addirittura sono stati chiusi. Rinnoviamo l’invito alla Regione Toscana, con cui stiamo collaborando, a sbloccare il groviglio di normative e vincoli che oggi impediscono il loro recupero ed il loro utilizzo. Sono infrastrutture già presenti sul territorio e che potrebbero quindi dare risposte immediate salvando le acque piovane che sarebbero poi utilizzate per l’irrigazione ma anche per domare gli incendi evitando l’uso dell’acqua di mare, dannosa per le piante”.