E’ morto all’età di 85 anni a Firenze Paolo Coccheri, riferimento storico dell’aiuto agli ultimi e alle persone in condizioni di disagio. Fondatore degli Angeli della Città e le Ronde della Carità.
Coccheri era ricoverato da qualche giorno in un istituto di riabilitazione a Firenze a seguito di una caduta. Sarebbe morto per una crisi respiratoria. La notizia si è diffusa nella tarda serata di ieri lasciando un vuoto e un senso di perdita umana e sociale in chi lo aveva conosciuto nelle sue molteplici e inarrestabili iniziative a sostegno del prossimo.
In redazione ricordiamo i fiumi di fax acetati e poi i comunicati chilometrici scritti di suo pugno, inconfondibili, che annunciavano attività di aiuto di strada e al contempo condividevano riflessioni, pensieri, stimoli vero l’amministrazione per fare sempre più e meglio rispetto a quella fascia di popolazione, oggi in crescente aumento, ai margini del tessuto sociale ed economico cittadino.
Chi lo ha conosciuto ricorda la sua “folgorazione”: La Pira, il sindaco santo, e Fioretta Mazzei che lo ha portato per la prima volta alla messa degli emarginati la domenica mattina a San Procolo e da lì è cambiato tutto. Ha dedicato la sua vita alle “ronde della carità”, poi esportate in tutto il mondo. E poi gli “Angeli della città”, o il “Cocipa”, il comitato che aveva il compito di denunciare illegalità e degrado, i “cacciatori di briciole”, che raccoglievano i cibi avanzati o gli “angeli costruttori”, per fare lavoretti nelle case di chi non poteva permetterselo.
L’ultima volta l’ho visto al Giardino dell’Ardiglione in Oltrarno. Chiedeva ai volontari di portargli i giornali durante il lockdown, da quel quartiere simbolo di tutto ciò a cui si era dedicato nella vita: la solidarietà, il guardare ai margini per non lasciare soli, il fornire aiuti concreti nel rispetto nell’autodeterminazione di ognuno. Anche solo per fare sapere di esserci, che non si è soli e che la società non gira le spalle. E le spalle di quell’uomo alto e sorridente, vivo e tenace, nonostante l’età e le vicissitudini non hanno mai smesso di stare al fianco di chi ha bisogno, in una Firenze di cui ha sempre difeso l’anima popolare.
“un folle..un pazzo…un visionario…ma quanti pazzi come te servirebbero nel mondo”, scrive un utente sul profilo social dello stesso Coccheri e noi ci auguriamo che le sue tante attività continuino a rimanere vive per animare quella pazzia di cui tutti abbiamo bisogno.