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Addio a Raffaele Masto, voce dell’Africa e degli oppressi

Raffaele Masto

Collaborava con Rivista Africa e  Radio Popolare. Con la sua peculiare sensibilità, unita ad una grande capacità di entrare nel cuore delle questioni, ha rappresentato  un punto di riferimento costante per chiunque si interessasse del Continente dimenticato.

A portarlo via è stato il coronavirus. Raffaele Masto aveva 67 anni. E’ stato tra i più acuti osservatori  del continente africano di cui ha raccontato per 30 anni seguendo  da vicino guerre, crisi umanitarie, rivoluzioni, svolte democratiche, spesso dimenticate o raccontate in maniera parziale se non distorta dal main stream.   Raffaele non si fermava alle apparenze: ha denunciato i soprusi del potere, le ingiustizie del sistema economico, gli interessi occulti delle multinazionali, la complicità della classe politica occidentale nei confronti dei più spietati dittatori.
Sempre dalla parte degli oppressi, senza pregiudizi ideologici, Masto ha consacrato la sua vita al racconto partecipe degli emarginati, delle popolazioni sfruttate in cerca di riscatto, con una presenza costante sul campo raccogliendo in maniera puntuale  notizie, informazioni, dati, testimonianze.
I suoi libri, tutti tradotti in diverse lingue, sono: In Africa (Sperling & Kupfer 2003), L’Africa del Tesoro (Sperling & Kupfer 2007), Io, Safiya (Sperling Paperback – Frassinelli 2004), Libera (Sperling Paperback 2005), La scelta di Said – storia di un kamikaze (Sperling & Kupfer 2008), Buongiorno Africa (Mondadori Bruno 2011), Dal vostro inviato in Sud Sudan (Radio Popolare 2014), Africa (Tam 2016), Il Califfato nero (Laterza 2016), La variabile africana (Egea 2019). Nei prossimi mesi sarà pubblicato Mal d’Africa (Rosenmberg & Seller), scritto a due mani con il giornalista Angelo Ferrari.

 

Ciao Raffaele, ci mancherai!

Il tuo lavoro continuerà ad essere un esempio per noi tutti

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