Zeffirelli si è spento nella sua casa romana sulla via Appia. Era nato a Firenze il 12 febbraio 1923 e da tempo era malato.
Studente all’Accademia di Belle Arti e alla Facoltà di Architettura della sua città, nel 1946 si trasferì a Roma dove esordì come attore di cinema e di teatro, e dove ebbe l’incontro che gli cambiò la vita: quello con Luchino Visconti. Iniziò così una carriera artistica andata avanti per 60 anni circa, che lo ha eletto uno degli uomini di spettacolo più noti al mondo, capace di passare con grande facilità dal cinema al teatro, alla tv, premiato con innumerevoli riconoscimenti, tra cui ben cinque David di Donatello, due Nastri d’argento e ben 14 candidature dei suoi film agli Oscar, tra cui due personali (per ”Romeo e Giulietta” nel 1968 quale miglior regista e per ”La Traviata” nel 1982 per la migliore scenografia).
Nel 2008 Franco Zeffirelli aveva manifestato la volontà di lasciare alla città di Firenze l’intero suo archivio dove – aveva spiegato – aveva ”raccolto per i miei spettacoli di lirica, di teatro e di cinema nel l’arco di sessant’anni”. A distanza di quasi dieci anni da quella dichiarazione, il 1° ottobre 2017 ha aperto a Firenze il Centro per arti dello spettacolo – Fondazione Franco Zeffirelli onlus, ospitato nel complesso monumentale di San Firenze e che contiene al suo interno oltre 250 fra oggetti e cimeli legati alla sua carriera artistica.
La scomparsa di Zeffirelli, che riposera’ nel cimitero delle Porte Sante di Firenze, e’ avvenuta alla fine di una lunga malattia, fa sapere la Fondazione che porta il suo nome.
Regista e sceneggiatore, Gian Franco Corsi Zeffirelli e’ stato anche senatore della Repubblica, eletto nelle fila di Forza Italia. Zeffirelli vinse numerosi David di Donatello per film quali “Fratello Sole e Sorella Luna” e “Amleto”, con “Romeo e Giulietta” vinse anche un Nastro d’Argento. Su iniziativa del presidente della Repubblica nel 1977 fu nominato Grand Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
“Con la morte di Zeffirelli se ne va un altro grande del Novecento, un classico, un esponente di primo piano del patrimonio culturale ed artistico del nostro Paese. Ha
segnato un’epoca del cinema e del teatro italiano partendo con Rosi e Visconti e realizzando veri capolavori per il pubblico della Scala o del Metropolitan come per quello del grande schermo, ridando vita a grandi testi classici come quelli di Shakespeare, Puccini o Verga. A Firenze, sua citta’ natale e alla quale restera’ per sempre legato, aveva dedicato un commovente documentario dopo l’alluvione del 1966 e aveva deciso, pur tra mille difficolta’, di regalare il Centro internazionale per le Arti dello Spettacolo, una parte di eredita’ del suo lavoro. A nome di tutta la giunta regionale esprimo le condoglianze per la sua scomparsa”. Cosi’ il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, non appena appresa la notizia della morte del regista fiorentino.
Al cordoglio del presidente Rossi si aggiunge anche quello della vicepresidente Monica Barni, titolare della delega alla cultura.
“Scompare un artista totale – ha detto – che ha raccontato grandi storie al teatro e al cinema come un artigiano della produzione artistica, con una ricerca, un rigore e una maestria unici, come e’ raccontato magistralmente nel percorso a lui dedicato nella sua fondazione”.
“Ci lascia un protagonista della cultura del nostro tempo, un maestro del cinema e dello spettacolo che ha scelto Firenze come luogo custode del suo immenso sapere. A noi resterà oltre al ricordo il compito di tenere viva la sua arte”. Lo afferma l’assessore alla cultura di Firenze, Tommaso Sacchi. “Apriremo la rassegna estiva di cinema al piazzale degli Uffizi che inizierà nei prossimi giorni – annuncia Sacchi – con il film “Un tè con Mussolini” in omaggio al Maestro”. “Appresa la notizia ho subito sentito Pippo Zeffirelli per esprimere il mio più sentito cordoglio e il mio affetto a lui e alla famiglia – aggiunge-. Da oggi la comunità fiorentina, italiana e internazionale piange un grande artista e un grande uomo”.
La camera ardente con il feretro di Franco Zeffirelli sarà allestita lunedì mattina, 17 giugno, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Lo ha annunciato il sindaco Dario Nardella. “Tutto il mondo potrà salutarlo nella sua Firenze”, ha scritto Nardella in un tweet. In un primo momento la Fondazione Zeffirelli aveva reso noto, con un comunicato, che la camera ardente sarebbe stata allestita nel Campidoglio di Roma. Zeffirelli riposerà nella cappella di famiglia del cimitero fiorentino delle Porte Sante, a San Miniato al Monte. In questo cimitero si trovano le tombe di illustri fiorentini come il pittore Pietro Annigoni, lo scrittore Carlo Collodi, l’editore Felice Le Monnier, lo stilista Enrico Coveri, lo scrittore Giovanni Papini, l’attore Paolo Poli, lo scrittore Vasco Pratolini, lo storico e statista Giovanni Spadolini.