Con un post sulla sua pagina Facebook, il governatore della Regione Toscana commenta la vicenda Aferpi dicendo di “tornare a produrre acciaio a Piombino per evitare di mandare a casa 4000 lavoratori”
“Renzi dice che su Piombino è tutta colpa mia e di Maurizio Landini. Lo ringrazio per avermi messo in coppia con Landini, uno degli uomini più credibili e rispettati dai lavoratori. Quanto al merito inutile ricordare che la scelta delle imprese commissariate viene effettuata con gara da una commissione tecnica presso il Mise. Resto convinto che, anche per il futuro, l’unica proposta accettabile per Piombino è di tornare a produrre acciaio, perché altrimenti si farebbero solo gli interessi del capitalismo nazionale e internazionale che vorrebbero veder morire la siderurgia per sfruttare solo i laminatoi, mandando così a casa oltre la metà dei quattromila lavoratori diretti e indiretti”.
Lo scrive su Facebook il governatore toscano Enrico Rossi, tra i fondatori di Mdp, commentando notizie apparse sulla stampa in merito all’incontro ieri, durante il viaggio in Toscana del treno ‘Destinazione Italia’, del segretario del Pd Matteo Renzi con operai ex Lucchini di Piombino. Lo staff di Renzi ha affermato che il segretario non ha dichiarato quelle frasi ai cronisti ma si tratta di ricostruzioni giornalistiche.
“Il progetto industriale presentato dall’imprenditore Issad Rebrab – ha continuato Rossi – è stato scelto attraverso una regolare procedura di gara del ministero dello Sviluppo economico, sulla quale non ho avuto alcuna influenza. Le affermazioni su Piombino, così come riportate dai giornali, meritano una sola risposta: la querela. Ne sono dispiaciuto ma su questa materia non si scherza e non sono ammessi equivoci”.
“Credo che occorrano politiche più forti ed incisive – prosegue -, e che il Governo debba tutelarsi rispetto a fenomeni di abbandono industriale. A Piombino dobbiamo garantirci, memori degli errori compiuti in questa vicenda, nei confronti di chi prenderà in carico le
acciaierie”, ha spiegato il governatore, esprimendo apprezzamento per l’opera di De Vincenti e Calenda, ma invocando legislazioni per tutelarsi rispetto a piani industriali
presentati da imprenditori in un settore che è strategico per ogni politica industriale.
“In sette anni – ha aggiunto – ho visto quattro imprenditori interessati a rilevare le acciaierie e sono stato amico di tutti e parente di nessuno. Quindi posso dire che i ritardi con cui Rebrab sta arrivando ad un accordo per la cessione stanno mettendo in enormi difficoltà migliaia di lavoratori. Piombino ha diritto a trovare un imprenditore che
torni a produrre acciaio”.