Era attesa ed oggi è arrivata la sentenza del tribunale amministrativo sul ricorso contro la delibera urbanistica di Palazzo Vecchio sugli affitti turistici brevi, delibera che conteneva il divieto di destinare a tale scopo nuovi immobili nell’area Unesco del centro storico della città. Nel maggio scorso il tribunale amministrativo aveva preso tempo al termine della udienza di merito.
Cerchiamo di spiegare le motivazioni e gli scenari, premettendo che dal pronunciamento del Tar delle scorse ore siamo in un frullatore di dichiarazioni in cui tutti sembrano aver ragione.
La delibera urbanistica ricordiamo aveva ricevuto l’ok del Consiglio comunale lo scorso 2 ottobre, con i voti di Pd, Lista Nardella, il consigliere M5S De Blasi, SPC, consigliere Asciuti. Contrari Iv, il centrodestra e il gruppo Centro. Tra coloro che avevano presentato il ricorso invece, Confedilizia, Property Managers Italia, Apartments Florence, Codacons e persone fisiche.
Ma andiamo con ordine.
La norma “Nardella”, “salva centro storico”, “blocca airbnb” o come è stata in vari modi chiamata in questi mesi è di fatto decaduta. Per il Tar i due ricorsi contro il provvedimento dell’ex sindaco che limitava le nuove locazioni turistiche brevi nel centro storico sono improcedibili, perché con l’approvazione del Piano operativo comunale del marzo scorso, che non contiene la variante di ottobre del 2023, invece inserita nel Regolamento urbanistico, «debbono ritenersi cessati gli effetti pregiudizievoli prodotti dall’adozione della variante».
Non è un giudizio di merito dunque ma di logica e coerenza, una sorta di ammonizione rispetto all’operato dell’amministrazione. Nelle due sentenze pubblicate oggi il Tar di Firenze spiega infatti che «la pianificazione urbanistica non tollera la coesistenza di regole contraddittorie».
Per i giudici amministrativi la variante comunale che lo scorso autunno era stata inserita per bloccare ulteriori affitti brevi in città non può coesistere con il nuovo piano operativo approvato la scorsa primavera, che supera quindi la variante precedente, senza accennare alla questione, proprio in attesa delle decisioni del Tar.Ora sarà dunque possibile accedere al registro comunale degli affitti brevi per inserire nuovi immobili in centro storico da dare in locazione ai turisti e gli scenari sul piano politico e cittadino sono molteplici: il Comune può rivolgersi al Consiglio di Stato o proporre modifiche in seno al nuovo Consiglio comunale.
La neo sindaca Funaro è subito intervenuta sul caso per spiegare che Firenze, sulla norma anti-airbnb, ha intenzione di tirare dritto: «Andiamo avanti senza indugio: nella prima seduta utile della giunta porterò l’approvazione della variante per ribadire lo stop agli affitti brevi». Rivolgendosi poi a Roma: «Rimane l’inerzia di un governo indifferente rispetto ai problemi di overtourism che affliggono città d’arte come Firenze. Continuerò a chiedere al governo provvedimenti nazionali che sono sempre più urgenti».
L’ex sindaco fautore della delibera, Dario Nardella, parla di “Buona notizia: non è arrivata nessuna bocciatura, dunque nessuna dichiarazione di illegittimità”. È quanto scrive l’europarlamentare Pd. “Questo significa che il Comune potrà perfezionare il processo per rendere le misure definitivamente efficaci. Ora avanti tutta perché l’esperienza di Firenze diventi un modello nazionale ed europeo. Nei prossimi mesi porterò in Parlamento europeo con molti colleghi di altri paesi un provvedimento che porti la Commissione ad emanare regole europee per dare ai comuni e ai governi locali strumenti per bloccare o limitare gli affitti turistici brevi”.
In rappresentanza di diversi proprietari di immobili nel centro storico di Firenze il Codacons aveva promosso ricorso. “Oggi arriva la sentenza del tribunale che riconosce pienamente le ragioni dell’associazione dei consumatori e dei proprietari”, commenta con soddisfazione.
“L’ex sindaco” di Firenze Dario Nardella “ha usato ancora la città per avere visibilità a livello nazionale e farsi un po’ di campagna: a farne le spese, è Firenze, che, per effetto di questa variante poi finita nel nulla, ha visto aumentare il numero di affitti turistici dentro e fuori il centro storico, ha creato una nuova rendita legata al mattone con il ‘condono’ dei 13.000 appartamenti che già erano sul portale, regalandogli una destinazione ad uso turistico”. È quanto afferma la consigliera comunale di Firenze Democratica Cecilia Del Re che ribadisce “era chiaro che, stralciando la norma, il Tar non avrebbe avuto più nulla in mano su cui pronunciarsi e che sarebbe stata dichiarata la cessata materia del contendere”.
“La decisione del Tar è una buona notizia per le famiglie fiorentine che vorrebbero condividere le loro case per far quadrare il bilancio familiare – scrive Airbnb in una nota – Riconosciamo tuttavia le sfide che i centri storici di città d’arte come Firenze si trovano ad affrontare; per questo rinnoviamo la nostra disponibilità a collaborare a norme efficaci, anche attraverso un nuovo quadro legislativo di riferimento”.
“Il pronunciamento del Tar della Toscana sul ricorso contro la delibera del Comune di Firenze che aveva stoppato le locazioni turistiche brevi, è una vittoria di Forza Italia, che dal primo momento si è messa a difendere la proprietà privata, per noi sacra. C’è una deriva sovietica, in questo provvedimento”. Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana Marco Stella.
“Non serve a nulla dire ‘lo avevamo detto’. Evidentemente dovevamo essere più efficaci come gruppo di opposizione, nel chiarire la responsabilità politica che il Pd si è assunto nel togliere dal nuovo Piano operativo gli strumenti scelti per normare gli affitti brevi, che avevamo chiesto di estendere a tutta la città”. Lo affermano in una nota il consigliere comunale Dimitrij Palagi insieme ad Antonella Bundu, esponenti di Sinistra progetto comune. Per Spc occorre “prevedere una norma valida per tutta la città a livello comunale, ottenendo rapidamente in Regione modifiche normative alla legge 65/2014. Rapidamente occorre anche impugnare il decreto ‘salva casa’ per tutelare le possibilità di azione degli enti locali. Cara sindaca – conclude Spc -, ci vediamo in aula martedì”.
Insomma, tutti vogliono avere ragione, tutti lo avevano detto, nessuna promozione nessuna bocciatura, rimandati ‘a settembre’ diciamo, con una neo giunta non ancora resa nota che sull’urbanistica dovrà riprendere il filo di una strategia per la vivibilità di Firenze che sicuramente è andata in tilt, alla quale si è posto una toppa che ha prodotto effetti distorsivi e che a sua volta è stata invalidata e adesso c’è la vera necessità di una governace cittadina che possa davvero essere incisiva e correttiva di uno sviluppo insostenibile e speculativo. Niente a che vedere con lo spirito originario degli affitti turistici brevi o con l’accessibilità del diritto all’abitare.
Firenze chiede al Governo, Firenze va in Europa, ma Firenze intervenga seriamente con misure non autobloccanti e parcellizzate in un contesto che deve essere pensato nel complesso e non a misura solo di Unesco per tutti gli effetti immobiliari e sociali che ne derivano.
Il 16 luglio il consiglio comunale aprirà i suoi lavori, la Giunta Funaro sarà già resa nota, speriamo che la città vada incontro a risposte piuttosto che ulteriori interrogativi o stop & go che fanno male a tutti.