La Toscana si costituisce in giudizio davanti alla Corte Costituzionale per sostenere la legittimità del Testo unico del turismo approvato a dicembre 2024.
Il governo, pochi giorni fa, ha infatti deciso di impugnare la legge toscana sul turismo in quanto contenente disposizioni che “ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di libertà di impresa”, violano “gli articoli 3, 41, 42 e 117, secondo comma, lettera I della Costituzione”, e quindi superano i limiti concessi dalla Costituzione all’autonomia delle Regioni.
“Restiamo convinti della bontà e della modernità del nuovo Testo unico – ha commentato il presidente della giunta regionale toscana Eugenio Giani -, siamo pertanto pronti a difenderci in giudizio davanti alla Consulta per portare avanti la nostra idea legata alla disciplina di questo settore”.
La nuova legge regionale toscana, ricorda Giani, “punta su semplificazione delle procedure, valorizzazione delle comunità locali e promozione di un modello di turismo sostenibile e accessibile. Un testo frutto di condivisione con tutti gli attori del settore, che mette al centro l’utilizzo delle nuove tecnologie, la sicurezza dei lavoratori e la qualità dei servizi. La nostra proposta innova e aspira a diventare ispirazione per la disciplina nazionale in materia di affitti brevi, professioni turistiche, extra alberghiero non imprenditoriale e destinazioni d’uso”.
“La decisione del Governo di impugnare il Testo unico – ha aggiunto l’assessore a economia e turismo Leonardo Marras – è un atto che non condividiamo e che riteniamo infondato. Per questo, ci costituiamo in giudizio davanti alla Consulta per difendere una legge che rappresenta un passo avanti fondamentale nella regolamentazione e nella valorizzazione del settore turistico, comparto strategico per l’economia regionale. Confidiamo che la Corte riconosca la validità del nostro impianto normativo, che punta a conciliare lo sviluppo turistico con la tutela del territorio e il rispetto delle esigenze delle comunità locali”.