Agitazione fra il personale dell’Agenzia di stampa Dire: nella mattinata di oggi si è svolta un’assemblea congiunta tra personale grafico e giornalistico in cui le lavoratrici e i lavoratori hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione sindacale a seguito dell’annuncio da parte dell’editore di interrompere il percorso di ammortizzatori sociali, in corso ormai da molti mesi, e di voler procedere con un piano di esuberi pari a circa il 30% della forza lavoro, ovvero una quarantina di dipendenti.
I sindacati Cgil-Cisl-Uil Toscana si sono subito schierati al fianco dei lavoratori. Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana ha affermato: “Siamo a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici dell’agenzia di stampa Dire: anche nella nostra regione contribuiscono con professionalità e competenza a raccontare i fatti nel nome di quel pluralismo delle voci dell’informazione che rappresenta un caposaldo della democrazia. È grave e inaccettabile dover leggere di esuberi, bene fanno lavoratori e lavoratrici a mettersi in stato di agitazione, a dire che i problemi finanziari causati altrove non vanno scaricati su di loro e a lanciare appelli a chi di dovere”.
Ciro Recce, segretario generale Cisl Toscana, ha aggiunto: “Abbiamo potuto apprezzare in questi anni la professionalità e l’impegno dei cronisti e dei lavoratori dell’agenzia Dire. Per questo siamo a loro fianco in questo momento difficile. La decisione annunciata dalla proprietà è grave nel merito e nel metodo. La Cisl Toscana, insieme agli altri sindacati, farà tutto quanto è possibile per sostenere i lavoratori della Dire”.
Paolo Fantappiè, segretario generale Uil Toscana, ha concluso: “Massima solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori dell’agenzia Dire che hanno deciso lo stato di agitazione. Un’altra voce libera, che anche in Toscana si avvale di professionisti di grande spessore, rischia di essere soffocata per scelte aziendali molto discutibili. Quella dell’informazione – e di tutti coloro che ogni giorno la rendono possibile – è diventata ormai una vertenza nazionale su cui serve un intervento per non perdere uno dei pilastri fondamentali della partecipazione democratica”.