Site icon www.controradio.it

Aggredirono tassista nel 2017: condannati a 3 anni e 1 mese

tassista

copyright: imagoeconomica

Firenze – 3 anni e 1 mese ai due giovani che nel 2017 aggredirono il tassista Gino Ghirelli, 69 ani, morto dopo due anni di coma.

Sono stati condannati in rito abbreviato a 3 anni e 1 mese di reclusione i due giovani, 23enni all’epoca dei fatti, accusati di omicidio preterintenzionale per aver colpito il 13 luglio del 2017, con pugni alla testa, un tassista, Gino Ghirelli di 69 anni, provocandogli lesioni per le quali l’uomo morì dopo essere rimasto in coma due anni.

Il loro difensore, avvocato Vittorio Sgromo, aveva chiesto per entrambi l’assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”, sostenendo che avessero agito per legittima difesa. Il pubblico ministero Alessandro Piscitelli aveva chiesto al gup Federico Zampaoli 6 anni e 8 mesi.

Il gup Federico Zampaoli ha riconosciuto ai due giovani, Nicola Fossatocci e Ajamy Houman Abbasalizadeh, le attenuante generiche e quella di aver agito in risposta a una provocazione. Il difensore dei giovani, avvocato Vittorio Sgromo ha annunciato l’intenzione di presentare appello contro la sentenza. Prima che si verificasse il decesso del tassista i due giovani erano stati assolti in primo grado dall’accusa di lezioni gravissime, ritenendo che avessero agito per legittima difesa. Dopo la morte di Ghirelli il processo di appello è stato interrotto e gli atti inviati in procura, non essendo più valida l’accusa inziale. Presente oggi al palazzo di giustizia anche la figlia del tassista, Sonia Ghirelli. “Finalmente – ha scritto la donna sul suo profilo Facebook – un primo passo nella giusta direzione”.

Per la famiglia si trattò di un’aggressione in piena regola, per la sentenza di primo grado fu una reazione “proporzionata all’offesa” da parte dei ragazzi che furono assolti. I due giovani avevano trascorso una serata con altri amici prima di prendere il taxi nel centro di Firenze chiedendo di andare nella zona di San Niccolò dove avevano posteggiato la loro auto. Era la notte tra il 12 e il 13 luglio dello scorso anno: tutto sarebbe iniziato quando i 23enni chiesero al tassista se avesse il bancomat e alla sua risposta negativa avrebbero accettato di andare nella vicina piazza Beccaria per prelevare dei contanti. Proprio in piazza sarebbe nata la discussione, poi degenerata. Alla fine i due, secondo alcuni testimoni, sarebbero fuggiti. Ghirelli dopo aver chiamato la centrale per avvertire che due giovani non lo avevano pagato e che lo avevano aggredito colpendolo con una testata, andò a casa dove la mattina dopo venne trovato già in coma dalla figlia.

Exit mobile version