“Sono in crescita negli ultimi anni le aggressioni al personale sanitario. In Toscana i numeri parlano da soli e non possono essere ignorati. Serve il contributo di tutti per rendere il nostro un ambiente di lavoro più sicuro”. Così David Nucci, presidente dell’Ordine delle
professioni infermieristiche interprovinciale di Firenze e Pistoia, e Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Firenze.
Nello specifico, ricorda una nota, in base ai dati presentati recentemente nella commissione sanità del Consiglio regionale toscano, nel 2020 sono state registrate 752 aggressioni al
personale sanitario (561 aggressioni verbali, 191 aggressioni fisiche), 817 quelle avvenute nel 2021 (591 aggressioni verbali, 226 aggressioni fisiche), e nel 2022 sono salite a 1258 casi (935 verbali e 323 fisiche). I dati del 2023 sono in elaborazione ma si prefigurano numeri in aumento anche per la crescita dei flussi nei pronto soccorso.
Per Nucci “sono sempre più urgenti e necessari interventi per arginare un problema non più trascurabile: siamo diventati un bersaglio. Oltre al pericolo concreto di non riuscire a fare il nostro lavoro in sicurezza, si rischia di demotivare e avvilire una categoria intera di lavoratori che è quotidianamente sul campo, al servizio della salute pubblica. Ci associamo dunque al ‘grido di aiuto’ proveniente da altre regioni come, ad esempio, il Veneto o la Campania, dove si è per fortuna passati ai fatti: sono state chieste e attivate linee di intervento, intensificati i controlli presso gli ospedali, in sinergia con la polizia”. Secondo Dattolo “le aggressioni a medici e infermieri sono ormai una notizia settimanale se non addirittura quotidiana e sono per altro in crescita rispetto agli anni scorsi. Questa situazione avvilisce una categoria di lavoratori che da sempre si pone a servizio del cittadino. C’è bisogno che ogni aggressione verbale o fisica venga puntualmente denunciata: bisogna applicare le leggi esistenti. Oltre a questo, è però fondamentale fare un lavoro preventivo di tipo culturale sulla popolazione che faccia capire quanto medici ed infermieri siano i migliori alleati del paziente. Il rispetto per il lavoro e per la dignità dei professionisti della sanità è un punto irrinunciabile”.