Al Teatro della Pergola, da domani a domenica 2 febbraio, Giuseppe Battiston incontra la figura di Winston Churchill, la porta in scena, indaga il mistero dell’uomo attraverso la magia del teatro, senza mai perdere il potente senso dell’ironia. “Winston vs Churchill”, diretto da Paola Rota e tratto da “Churchill, il vizio della democrazia” di Carlo G. Gabardini, mostra l’uomo, il politico, l’icona, la maschera. In un confronto serrato con la sua giovane infermiera, interpretata da Lucienne Perreca.
“Cerco di rappresentare l’idea che io ho della figura di Winston Churchill – afferma Battiston – innanzitutto lui incarna, per me, l’immagine di un vero politico. Churchill ha saputo pensare per il proprio popolo, per la propria nazione e non solo, infatti è stato una figura fondamentale per l’Europa. Pensò a un futuro anche per il nostro continente. Si racconta in scena la sua storia pubblica e privata, la sua genialità e la sua capacità di fare politica creando consenso. La sua è una politica basata sui fatti – prosegue – stiamo parlando dell’epoca più buia della nostra storia mondiale, che lui ha saputo gestire in maniera miracolosa”.
Personaggio contraddittorio e complesso, Winston Churchill. Pochi politici come lui sono stati fondamentali nella Storia del XX secolo. Amato e odiato, riformista eppure conservatore, testardo e veemente, ebbe una gioventù a tratti rocambolesca, per poi diventare nella maturità l’uomo che “fece” la Gran Bretagna e la sua politica, pressoché ininterrottamente dalla Prima guerra mondiale fino agli Anni ’50.
Le scene sono di Nicolas Bovey, i costumi di Ursula Patzak, le luci di Andrea Violato, il suono e la musica di Angelo Longo. La produzione è di Nuovo Teatro, diretta da Marco Balsamo.
“Volevamo raccontare che in un’altra epoca – spiega Battiston ad Angela Consagra sul foglio di sala dello spettacolo – c’è stato qualcuno che ha veramente saputo plasmare il futuro e non si è accontentato di gestire il presente, scaricando le responsabilità sul primo che passa. Lo spettacolo ha materie difformi e piuttosto dense al suo interno. Momenti ironici e momenti drammatici. Ci auguriamo che lo spettatore sia stimolato a riflettere sull’importanza dei politici veri, quelli che non colgono ogni pretesto per denigrare gli avversari, ma che pensano ad andare avanti”.
Uomo di grandi vedute e strategie, Churchill, più di tutti, comprese le mire espansionistiche e il pericolo costituito da Adolf Hitler, tra politici invece molto “possibilisti”. Nominato Primo Ministro nel 1940, promise lacrime e sangue agli inglesi, ma di non cedere mai al nazismo. Vinta la guerra, perse le elezioni, ma dall’opposizione continuò a influenzare la politica britannica per anni e anni.
Cosa gli permise di non impantanarsi nella poderosa macchina del potere, di non soccomberne agli ingranaggi? La capacità di leggere la realtà? Il coraggio? La forza intellettuale? Queste sono solo alcune delle domande che ci guidano nell’interesse per un uomo sicuramente non qualunque, un politico che è divenuto anche un simbolo, una leggenda.
“Non cerco verosimiglianza con il personaggio che interpreto – interviene Giuseppe Battiston – quest’uomo, Winston Churchill, ce lo siamo immaginati nella sua vecchiaia e quindi ho cercato di dare vita all’aspetto umano, caratterizzandone gli acciacchi non solo fisici, ma soprattutto quelli dell’anima. Ma più che il personaggio in sé – precisa – quello che abbiamo voluto evidenziare è il confronto che c’è tra lui e la sua giovane infermiera, interpretata da Lucienne Perreca. Un aspetto estremamente interessante per me è stato indagare come un politico della levatura di Churchill potesse interagire con una persona appartenente a una generazione così distante dalla sua”.
Carattere impossibile, burbero e brontolone, Churchill incarna il primato della politica e umanamente è un eccesso in tutto: tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta, ma senza mai arrendersi; fuma sigari senza sosta, tossisce, detta ad alta voce bevendo champagne; comanda, ma ascolta, è risoluto, ma ammira chi è in grado di cambiare idea. Spesso lavora sdraiato nel letto, conosce il mondo, ma anche i problemi dei singoli, ha atteggiamenti tranchant e battute fulminanti.
“C’è un aneddoto che mi è rimasto impresso e che rende l’idea della sua poliedricità – ricorda Battiston. – Churchill era un grande esperto di muretti a secco e li costruiva con maestria, arrivò persino a iscriversi al sindacato dei muratori, dal quale fu però espulso, a causa della sua appartenenza alla classe borghese. Questo, però, dimostra come mettesse enorme passione e impegno in qualunque cosa decidesse di fare, sia che fosse costruire un muretto a secco o piuttosto salvare la sua nazione. E non dimentichiamo – conclude – che ricevette anche il Premio Nobel per la letteratura nel 1953”.
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