Alberti, potravoce opposzione in consiglio regionale accusa Rossi di avrlo minacciato. la replica del governatore: “Ti querelo, stai contraddicendo la realta’”
“Dopo che il Consiglio regionale è stato interrotto ho fatto una battuta a Rossi dicendo che la sua rivoluzione socialista non prevede probabilmente la democrazia e
la libera espressione delle opinioni. E mentre usciva dall”aula il governatore ha detto che voleva tirarmi un pugno in faccia”. Lo afferma il consigliere regionale della Lega nord Jacopo Alberti, al termine della bagarre con il governatore toscano
Enrico Rossi.
“Accetto anche gli insulti e sono disposto a discutere – ha aggiunto Alberti – ma non sono abituato a minacce verbali, tanto più dal presidente della Regione che si dice paladino
dell”antifascismo”. “Capisco che Rossi sia in agitazione perché non li vota più nessuno – ha detto ancora – ma ricordo che in Italia c”è la libertà di espressione e che in Consiglio
regionale siamo in un luogo pubblico. Quindi possiamo pubblicare tutte le foto e tutti i commenti che vogliamo, ovviamente non offendendo nessuno. Rossi si metta calmo – ha concluso Alberti – e andiamo avanti con i lavori del Consiglio”.
Smentisce tutto il governatore che replica: “Ti querelo, stai contraddicendo la realta’”. Il portavoce dell’opposizione incassa e replica: “Finiremo in tribunale, non
e’ un problema”. Il presidente della Regione e’ irritato per la sproporzione dei rapporti personali prima ancora che politici. Visto che i leghisti, oggi, lo hanno messo al ludibrio, sostiene. “Io, invece, non ti ho mai messo all’indice di nulla- rammenta la
differenza Rossi all’esponente del Carroccio-. In Consiglio ti ho sempre rispettato e quando hai fatto un’interrogazione ti ho sempre risposto. Mai ho usato Facebook per mettere una tua foto” e attaccarti.
D’altronde, aggiunge, “quando siete in Consiglio vi potete alzare e dire, ‘presidente come mai manca in Consiglio’? E io rispondo. Voi dovete portare rispetto alle istituzioni e al
Consiglio. Dopodiche’ uscite di li’ e dichiarate quello che vi pare”. Tuttavia, “se lo ritengo opportuno ti querelo. Non ti ho minacciato”. Il leghista tiene il punto: “Quella frase me l’hai detta in presenza di tanta gente”.