E’ iniziata pochi giorni fa presso il cantiere in Art Defender, la digitalizzazione di una parte significativa del patrimonio della Fondazione Alinari. Si tratta della lastroteca Alinari e Brogi ovvero 80.739 lastre di vetro e pellicole dei fondi fotografici storici Alinari e Brogi + 24 registri storici Alinari.
Tra i materiali oggetto della digitalizzazione c’è un prezioso tesoro, di inestimabile valore storico, rappresentato da 170 lastre di vetro di formato extra-grande, al collodio e alla gelatina, prevalentemente Alinari, realizzate alla fine dell’Ottocento.
L’eccezionalità di questo materiale risiede nelle grandi dimensioni del formato visto che alcune lastre raggiungono i 120 cm di altezza o lunghezza, costituendo un patrimonio unico al mondo. Sono lastre, nella maggior parte dei casi, che riproducono opere d’arte e architetture, come per esempio il San Giorgio di Donatello in Orsanmichele, il Mosè di Michelangelo nella Basilica di San Pietro in Vincoli, il Cortile del Bargello, la Madonna del Granduca o il Colosseo.
L’unicità di questi materiali, mai digitalizzati prima d’ora e quindi poco noti e poco studiati, risiede anche nel mistero che ne avvolge la genesi: con quali tecniche sono state realizzate le grandi lastre, quali gli strumenti impiegati, ma soprattutto per quale scopo, con quali finalità e in quale contesto sono state realizzate.
Alcune lastre presentano anche mascherature e ritocchi che possono rappresentare fonti preziose per lo studio delle tecniche fotografiche storiche.
“Grazie a questo grande piano di digitalizzazione messo a punto da Regione Toscana – ha spiegato il presidente Eugenio Giani – sarà possibile visionare materiali di grande valore, in alcuni casi per la prima volta, e rendere quindi fruibile un preziosissimo patrimonio culturale a tutta la collettività e alla comunità scientifica internazionale. La Fondazione, che è nata dall’acquisto da parte della Regione per 12 milioni di euro del patromonio Alinari perché non andasse disperso, adesso comincia a elaborare questo immenso patrimonio. Nel PNRR abbiamo potuto destinare 438mila euro per la digitalizzazione del patrimoinbo Alinari e in questa operazione abbiamo inserito anche il recupero di 170 lastre che per le loro dimensioni sfuggono a una catalogazione. Quindi duplice operazione, da una lato una bella mostra con 170 lastre che sono delle vere e proprie opere d’arte, e dall’altro un archivio che consentirà a tutti di poter cogliere fra gli esemplari della Fondazione Alinari, quello che più interessa”.
“Inizia un progetto grandissimo – ha detto Giorgio Van Straten – perché digitalizzeremo circa 90mila lastre della parte storica, quella più anrtica di Alinari, che vuol dire circa la metà dell’archivio storico. E ciò sgnifica mettere a disposizione cose che nessuno vede da decenni, alcune da oltre un secolo, un passaggio straoridnario. C’è poi un valore aggiunto, perché in mezzo a queste quasi 90mila lastre che hanno dimensioni in genere standard, ce ne sono 170 che invece sono fuori formato. Sarà l’occasione per vederle per la prima volta, per studiarle, per capire perché venissero fatte così enormi, probabilmente erano una forma di promozione dell’attività dei Fratelli Alinari, anche una sfida tecnologica. E questo sfocerà sicuramente anche in un momento di mostra e di condivisione con il grande pubblico”.
Il riordino archivistico del fondo documentale della società Fratelli Alinari, tuttora in corso, conferma purtroppo la mancanza di documenti precedenti al 1920 che possano fare luce su questa tipologia di produzione che, le poche fonti a disposizione, attribuiscono agli interessi sperimentali di Giuseppe Alinari, mirati, pare, a ottenere primati alle Esposizioni internazionali, riproducendo stampe fedeli nelle dimensioni al vero.
L’intervento si concluderà entro il 31 dicembre 2025 ed è reso possibile grazie al finanziamento di 4,5 milioni di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nel programma di digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura e produrrà 4,3 milioni di risorse digitali – quasi 4 volte il target minimo europeo previsto dal PNRR (che è pari a circa 1,1 milioni).
Data la particolarità degli oggetti, la Fondazione Alinari, in preparazione alla digitalizzazione, ha organizzato internamente una verifica conservativa preliminare e da questo monitoraggio è emerso come siano oggetti davvero sorprendenti per formato, tecnica e dimensioni, confermando la scarsa conoscenza di tali materiali, anche all’interno della stessa comunità scientifica.