Nuove assunzioni in Regione. Un bando è stato pubblicato ieri: 89 posti per laureati, funzionario amministrativo profilo D, e in cinque ore erano già oltre duecento le domande arrivate.
La Regione torna ad assumere. Dal 2018 al 2021 attesi 338 pensionamenti: nei due anni precedenti registrate altre 255 cessazioni. Bugli: “Abbiamo oggi nuove funzioni e tirare ulteriormente la cinghia vorrebbe dire romperla”.
C’è tempo fino al 6 marzo e potrebbero dunque essere davvero tante alla fine: va bene del resto qualsiasi laurea, triennale compresa (eccetto quelle sanitarie). Un secondo concorso (84 posti da assistente amministrativo, profilo C, sufficiente il solo diploma) uscirà entro un paio di settimane. E poi, questione di qualche mese, sarà la volta di profili più tecnici e specifici, per almeno alcune altre decine di posti di lavoro.
“Veniamo da una stagione in cui abbiamo dovuto e voluto essere sobri, recuperando risorse senza perdere efficienza e servizi – spiega l’assessore al bilancio e al personale, Vittorio Bugli -. Nell’arco di una legislatura abbiamo risparmiato 5 milioni sui costi della politica e oltre 25 milioni sulla spesa per il personale prima di aver assorbito funzioni e dipendenti (1098) dalle Province e altri 41 da altri enti. Siamo partiti dall’alto: dal numero di consiglieri regionali e assessori, dall’abrogazione dei vitalizi, dalla riduzione dei costi per il personale addetto alla politica. Sul personale abbiamo cancellato le figure dei direttori di area e razionalizzato e riorganizzato alcuni settori approfittando di 255 prepensionamenti legati alla pre-Fornero, dichiarando quei posti in sovrannumero”.
Dal 2018 al 2021 sono attesi però almeno 338 pensionamenti. La Regione ha cambiato peraltro pelle: non è più solo un ente che programma e legifera solamente. “A tirare ulteriormente la cinghia si rischiava di romperla – dice Bugli – e visto che il Parlamento ha sbloccato il turn-over, ovvero la possibilità di sostituire chi va in pensione, abbiamo deciso di tornare ad assumere. Un’occasione anche per abbassare la media dei dipendenti della Regione, che è 53 anni, e ringiovanire il personale con nuovi laureati”.
Alcuni concorsi – su ruoli tecnici specifici, dagli ispettori fitosanitari agli informatici, dalla gestione dei fondi comuni ad esperti di programmazione – sono già in corso e in qualche caso conclusi. Altri saranno banditi. Nei mesi passati la Regione ha determinato il fabbisogno per i prossimi tre anni: 270 nuove persone da assumere a tempo indeterminato in giunta, 16 in Consiglio regionale, altri 24 a tempo determinato legati allo sblocca-cantieri e nuovi investimenti. Ma sono numeri destinati a crescere, perché maggiori del previsto saranno sicuramente i pensionati tra quota 100 e Fornero.
“Non è mancata inoltre l’attenzione, dopo dieci anni nei quali tutto era rimasto fermo, per premiare il personale – precisa l’assessore Bugli – Nell’arco della legislatura abbiamo stabilizzato 32 lavoratori e lavoratrici precarie. Nei prossimi mesi sarà la volta delle progressioni verticali. Abbiamo assunto 44 persone in categoria protetta, equiparato il salario accessorio degli ex provinciali a quella dei regionali, dato il via alle progressioni orizzontali per il personale con maggiore anzianità aziendale e applicato il nuovo contratto”.
Il 1 luglio 2015 gli uffici della giunta regionale contavano 2.342 dipendenti di ruolo, tra cui 118 dirigenti: altri 291 lavoravano in Consiglio regionale. Il 1 gennaio 2020, dopo l’arrivo degli ex provinciali, la dotazione organica conta adesso 3265 dipendenti in giunta, tra cui 113 dirigenti, e 274 in Consiglio. Mettendo a confronto 2014 e 2018, senza i lavoratori arrivati da Province e altri enti con la presa in carico di nuove funzioni, la spesa per il personale – pur considerando i quattro milioni del nuovo contratto – si è ridotta di 22 milioni.
Dal 2015, al lordo delle cessazioni e di altri pensionamenti, ci sono già state 103 assunzioni e 41 trasferimenti per mobilità. “Ma è soprattutto ora – rimarca l’assessore -, grazie al recupero del turn over al 100 per cento, ovvero la possibilità di rimpiazzare ogni lavoratore che andrà in pensione, che andremo a rinnovare una macchina amministrativa che ha saputo trasformarsi nei periodi difficili e che vogliamo rendere sempre più efficiente e innovativa.
Bugli si sofferma anche sul nuovo contratto decentrato siglato, dopo dieci anni, con i sindacati: ha sbloccato le progressioni orizzontali (stesso profilo, ma avanzamento di stipendio) per il personale con maggiore anzianità aziendale. “E’ grazie anche alla politica di rigore usata in questi anni che abbiamo potuto creare le condizioni – spiega – per riconoscere ai nostri dipendenti giusti riconoscimenti: dipendenti pubblici che hanno dimostrato ampia disponibilità e impegno in una sfida, in questi anni, non facile”.
Oltre che in Giunta e in Consiglio, assunzioni ci saranno anche in Arti, l’agenzia per il lavoro che gestisce i Centri per l’impiego, che da un paio di anni sono tornati sotto la direzione della Regione. Quelle già previste e deliberate sono 405, tra cui 97 a tempo determinato. I primi quattro concorsi sono già partiti. Ma altre 300 assunzioni si potranno aggiungere, non appena sarà formalizzata la messa a disposizione delle risorse statali. Potranno essere stabilizzati anche tutti i tempi determinati rimasti. Arti partiva da una dotazione di circa 450 dipendenti, con l’aggiunta di alcuni appalti all’esterno.