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Alla ricerca di Kata: al vaglio riscontri ai sospetti del padre sul ‘sequestro pianificato’

Alla ricerca

Alla ricerca di Kata – Ancora senza esito le ricerche di Mia Kataleya Alvarez, chiamata dai familiari Kata, la bambina di 5 anni della quale non si hanno più notizie dal primo pomeriggio di sabato 10 giugno, quando è scomparsa a Firenze dall’ex hotel Astor occupato dove abita con la famiglia. Gli inquirenti stanno cercando riscontri rispetto alle indicazioni del padre Miguel, scarcerato ieri mattina, il quale avrebbe riferito di alcuni suoi sospetti, parlando di un sequestro pianificato.

Il padre di Kata avrebbe avuto un primo colloquio con gli investigatori già ieri ma è probabile che a breve venga risentito in modo più approfondito dagli inquirenti. Sotto riscontro la sua tesi che il rapimento della figlia sia maturato dai contrasti con altri immigrati, così come aveva già detto anche pubblicamente la moglie Kathrina. Per il padre di Kata il sequestro è stato pianificato; l’uomo avrebbe dei sospetti precisi. Potrebbe venire sentita anche la madre della bimba.

Vanno avanti anche gli accertamenti tecnici, fra cui quelli sulle immagini di telecamere su strade più distanti da dove è situato l’ex hotel Astor, via Maragliano. Con le testimonianze gli investigatori avrebbero fissato come punto del rapimento il cortile sul retro dell’ex albergo da cui si accede – grazie a un cancello divelto e abbattuto a terra – alla proprietà condominiale confinante di via Boccherini 34, dove martedì pomeriggio sono stati perquisiti tutti i 19 appartamenti.

Un’attività massiva condotta da oltre 20 carabinieri. Tuttavia dal retro non si accede all’interno del condominio, ma solo allo spazio comune all’aperto dove sotto tettoie e in pochi box vengono posteggiate le auto. Al piano terreno le finestre hanno forti sbarre, intatte, e corrispondono ad attività commerciali.

Dunque, circola l’ipotesi che la bimba sia stata caricata in un’auto non notata dai condomini, oppure che la fuga sia stata per un tratto a piedi: ma qui sono due le opzioni, o chi ha rapito Kata è tornato in via Boccherini dal cancello condominiale che è elettrico e si richiude in automatico, per tornare in strada; oppure è stato scavalcato un muro del cortile dell’ex Astor dove in effetti un cumulo di rifiuti sembrava posizionato per superare più agevolmente l’altezza. Attività tecniche, secondo criteri ordinari, risultano anche sui telefoni cellulari.

“E’ necessario che collaborino un po’ di più tutti” all’interno dell’ex hotel Astor. Gli occupanti che in queste ore concitate vengono descritti come ‘clan’, tra bande in guerra e racket degli affitti. Tesi che Walter Piazza, investigatore privato “autorizzato” e incaricato dalla madre smorzerebbe. “Ci può essere dietro una convenienza. Di che cosa, di che tipo non lo so. Secondo me, inoltre, la verità potrebbe essere nella compagnia dei bambini della bimba. Sono molto attenti e magari, attraverso i disegni, sarebbe da valutare anche questo tipo di accertamento”. Certo, precisa, “la fonte principale sono sempre gli inquirenti, che giustamente non parlano. Noi cerchiamo solo di dargli un appoggio, per far sì che la gente non si dimentichi in fretta” dice all’agenzia DIRE che ha raccolto l’intervista.

Intanto  proseguono le manifestazioni di solidarietà e le veglie della comunità peruviana per chiedere il ritorno a casa della piccola Kata. Al corteo di ieri sera ha partecipato anche la famiglia. Per stasera un’altra manifestazione è stata promossa in piazza Duomo dalle 18.30.

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