Lo afferma Coldiretti Toscana. Secondo l’associazione un corso d’acqua su due fa registrare portate inferiori alla media del periodo.
In base ai dati del Servizio idrogeologico della Regione Toscana e dell’Anbi, e l’assenza prolungata della pioggia con le precipitazioni che sono state dal 50% al 70% in meno rispetto alla media storica (29 mm invece di 71mm) Coldiretti ha stimato che la metà dei corsi d’acqua della Toscana sono in sofferenza idrica.
E l’arrivo dell’anticiclone dopo un mese di maggio che si è classificato il secondo più caldo di sempre, la situazione è destinata ad aggravarsi.
Insomma, nella campagna toscana è Sos siccità, ed è è sempre più concreto il rischio di una riduzione importante delle rese delle produzione in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche di olivi, ortaggi e della frutta che si stacca prematuramente dalle piante per effetto dello stress idrico a causa della carenza di acqua.
“Manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico – spiega in una nota il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – che mette a repentaglio le produzioni in buona parte della regione, in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. Per salvare le coltivazioni, laddove è possibile, si sta ricorrendo all’irrigazione di soccorso attingendo dai pozzi o attraverso le botti”.
Per Filippi, “senza un sistema di irrigazione consortile diffuso ed organizzato, che oggi copre appena il 9% dei campi coltivati, ed una intelligente distribuzione di invasi ad impatto zero la nostra agricoltura è destinata a perdere competitività. Dobbiamo essere pronti alle sfide che i cambiamenti climatici ci imporranno evitando sprechi, recuperando tutta l’acqua piovana possibile e applicando con rigore le tecniche dell’agricoltura di precisione per salvaguardare le falde”.