Lo hanno spiegato i rappresentanti delle associazioni ambientaliste durante una conferenza stampa, oggi a Firenze, per presentare i risultati di un’analisi e annunciare un ricorso contro una centrale a Poggio Montone, Grosseto. La Regione: posizione antiscienfica ed ideologica.
Le centrali geotermiche del Monte Amiata, tra le provincie di Arezzo e Siena, inquinano “alla stessa stregua delle centrali a carbone”, per questo Italia Nostra, Forum ambientalista, rete No Ges chiedono al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa “che nel Fer2 non siano finanziate”.
Lo hanno spiegato i rappresentanti delle associazioni ambientaliste durante una conferenza stampa, oggi a Firenze, per presentare i risultati di un’analisi e annunciare un ricorso contro una centrale a Poggio Montone, Grosseto. Alla conferenza stampa hanno preso parte anche Giacomo Giannarelli, capogruppo in Consiglio regionale del M5s e Tommaso Fattori di Sì – Toscana a sinistra.
Secondo l’analisi, fatta dagli ambientalisti, su dati Irse del 2010, le emissioni della geotermia del Monte Amiata rappresentano il 27,7% delle emissioni di CO2 della Toscana, il 46,3% delle emissioni di mercurio e il 43,3% dell’ammoniaca.
Roberto Barocci portavoce del Forum ambientalista ha spiegato che “stiamo diffondendo dati delle centrali geotermiche toscane in particolare quelle del monte Amiata che emettono emissioni fortemente climalteranti alle stessa stregua delle centrali a carbone, però ottengono contribuiti pubblici perché sono state catalogate come centrali a energia rinnovabile”.
Per questo il Forum ambientalista chiede che “il ministro valuti queste emissioni e tolga dal catalogo nazionale dei contributi quelli alle centrali geotermiche con la tecnologia flash”. La presidente di Italia nostra, Mariarita Signorini, ha poi spiegato che “proprio ieri ho firmato i motivi aggiunti per il ricorso al presidente della Repubblic di Poggio Montone che è una centrale di 5 megawatt che è prevista da Sorgenia sull’Amiata”. Velio Arezzini portavoce della rete No Gesi si è soffermato sui dati sanitari dicendo che “secondo uno studio l’Amiata ha il 13% di mortalità in più e il 20% dovuto a tumori.
Hanno detto che non c’è una correlazione diretta, però c’è un campanello di allarme”.
Aver proposto ricorso contro Poggio Montone (Grosseto), “una centrale di media entalpia che prevede la totale reiniezione del fluido e zero emissioni “è la dimostrazione di quanto la loro posizione sia puramente ideologica e priva di qualsiasi valutazione di merito rispetto ai profili di impatto ambientale e di tutela della salute”. Così l’assessore toscano all’ambiente Federica Fratoni replica agli ambientalisti che oggi, in merito alle centrali geotermiche del Monte Amiata che inquinerebbero “alla stessa stregua delle centrali a carbone”, hanno chiesto al ministro Sergio Costa “che nel Fer2 non siano finanziate”.
“La geotermia – afferma Fratoni – è una fonte rinnovabile come sostengono la comunità scientifica e l’Europa ed è anche una fonte innovativa se viene sviluppata secondo criteri di sostenibilità ambientale ancora più spinti: quello che prevede la nostra legge regionale”. “La nostra legge sulla geotermia 2.0 è nata proprio con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e paesaggistico delle nuove centrali tanto che è stata assunta dal Mise come punto di riferimento per scrivere il prossimo decreto delle rinnovabili cioè quello dedicato alle fonti innovative”.
“Chiediamo al ministero – prosegue Fratoni – di riconvocare il tavolo, di mettersi al lavoro e riscrivere celermente quel decreto, reintrodurre gli incentivi per un uso dell’energia che collocandosi nel gruppo delle rinnovabili deve essere ottimizzato dal punto di vista ambientale e socioeconomico anche per i territori dell’Amiata”.
Replica agli ambientalisti anche GeotermiaSì, comitato a sostegno dell’attività geotermica, secondo il quale i dati presentati oggi da Italia Nostra, Forum ambientalista, rete No Ges sono “superati e non aggiornati, nonostante Arpa pubblichi periodicamente i valori dei dati emissivi delle centrali geo amiatine”.